YM Biosciences ha tre farmaci in fase di sviluppo, capitalizza 280 milioni di dollari, è quotata sul mercato AMEX e si, è canadese. Preciso la nazionalità visto il commento, qualche giorno fa, di Paolo V che solleva una questione da non sottovalutare: le biotech canadesi spesso, molto spesso, si rivelano trappole micidiali per gli investitori.

Altri dati su cui riflettere? All’ultimo controllo avevano in pancia 132 milioni di dollari, se il cash burn rate non cambiasse basterebbero per cinque anni. Ma le spese aumenteranno, ed il motivo è che CYT 387, il candidato numero uno, entrerà fra non molto in fase 3. Quanto aumenteranno? Dipende da che tipo di accordo troveranno col nuovo partner, ammesso che un partner si faccia vivo.

Qualche giorno fa ho aumentato la posizione in YM Biosciences (YMI) in modo sostanziale, anche se la cifra complessiva non è elevata, in proporzione a cassa e valore del portafoglio virtuale. Il motivo è semplice, spero che trovino qualcuno che li aiuti a sostenere i costi dello studio registrativo, a disegnarlo e che li sostenga nel commercializzare il farmaco, se e quando verrà approvato. Mi aspetto che il tutto avvenga da qui a fine anno e che a tutto questo si aggiungano ulteriori dati relativi a CYT 387.

Sono parecchie cose, questo è un bene. Tutte cose che ruotano attorno ad un unico farmaco in un unica indicazione. Questo è meno bene…

A complicare le cose si aggiunge il fatto che anche la diretta concorrenza passa un momento complicato, pur essendo in posizione di vantaggio, sia dal punto di vista del tempo che da quello del partner. Parlo di Incyte (INCY) e di Ruxolitinib, al secolo Jakafi, primo JAK inibitore approvato da FDA. Le stime di vendita di Jakafi si sono abbassate, colpendo anche YM Biosciences, visto che il mercato a cui punta è il medesimo.

CYT 387 è uno JAK 1/2 inibitore impiegato nel trattamento della mielofibrosi, proprio come Jakafi, ma la sostanziale differenza rispetto al farmaco concesso in licenza a Novartis è che il candidato di YM Biosciences ha un effetto estremamente positivo sui pazienti anemici.

La mielofibrosi è una neoplasia del midollo osseo ed alla quale è associato anche un notevole aumento del volume della milza e una condizione di anemia. Jakafi ha dimostrato in diversi studi di poter trattare la malattia riducendo il volume splenico in modo significativo. I pazienti affetti da anemia in forma grave, tuttavia, non manifestano evidenti benefici.

Dato che molti dei pazienti affetti da mielofibrosi necessitano di trasfusioni, il fatto che CYT 387 abbia permesso a diversi soggetti di diventarne indipendenti ha giustamente fatto girare più di una testa in direzione del Canada.

Lo scorso dicembre, in occasione di ASH2011 (ASH sta per American Society of Hematology), YM Biosciences ha rilasciato i dati ad interim della fase I/II condotta su 166 pazienti nella quale si dimostrava l’abilità del farmaco di rendere più della metà di pazienti per i quali la trasfusione di sangue era necessaria liberi da questo vincolo. Il fatto non sarebbe eclatante se non fosse che CYT 387 ha ridotto anche il volume splenico dei soggetti in modo evidente, contribuendo anche a migliorarne i sintomi costituzionali. Lo scorso giugno tutti i pazienti hanno completato i 9 cicli da 28 giorni di trattamento previsti dallo studio clinico e molti di loro continueranno ed essere trattati col farmaco nella porzione estensiva dello studio.

Oltre la fase I/II di cui vi dicevo, YM Biosciences ha concluso l’arruolamento a luglio di una fase 2 nella quale si dosava il farmaco in due somministrazioni giornaliere (BID) a dosaggio crescente. Le prime analisi indicano che il dosaggio a 300 mg una volta al giorno rimane quello ottimale, ma i dati andranno comunque a contribuire in modo significativo a quanto già sappiamo di CYT 387.

I dati finali della fase 1/2 e quelli iniziali della fase 2 BID arriveranno entro fine anno, immagino ad ASH2012 che si terrà dall’8 all’11 dicembre ad Altanta.

Entro fine anno poi, come dicevo inizialmente, YM Biosciences dovrà partire con uno studio registrativo, per il quale hanno già avviato colloqui sia con FDA che con EMA, che già in passato hanno garantito a CYT 387  la designazione di farmaco orfano. Ecco, qui si gioca la partita, più che sui dati degli studi.

Le questioni aperte sono:

  1. scelta dell’endpoint
  2. scelta del controllo
  3. SPA
  4. partner

SPA o non SPA, questo è il dilemma.

Lo SPA, nel mondo delle farmaceutiche che cercano l’approvazione in USA, è un protocollo d’intesa con la FDA in merito a come condurre gli studi clinici. La compagnia e FDA si accordano per scegliere gli obiettivi da raggiungere, il tipo di paziente da arruolare, il tipo di farmaco da impiegare come termine di paragone.

Ora, una delle mie più grandi paure è quella di diventare calvo. Non dico che sia al primo posto fra i miei timori, ma potrebbe stare sul podio. Altra paura che potrebbe stare sul podio è quella che YM Biosciences combini un disastro con FDA tornandosene a casa senza SPA o comunque con un trial disegnato in modo ambiguo.

Mi viene in mente Exelixis (EXEL) ed il disastro combinato con Cabozantinib, per quel che riguarda le fasi 3 nel trattamento del cancro alla prostata. Il paragone ci sta tutto. Exelixis ha puntato i piedi nella scelta dell’endpoint convinta che la diminuzione del dolore fosse un endpoint surrogato sufficiente per dimostrare l’attività del farmaco nel trattare le metastasi ossee. Il risultato è che abbiamo due studi che potenzialmente si possono pestare i piedi fra loro e nessun accordo con  FDA per il disegno degli stessi, anche se logicamente qualcosa dei colloqui intercorsi con l’ente regolatore sarà rimasto attaccato agli studi.

Per Exelixis (EXEL) il sollievo dal dolore è uno dei maggiori punti di forza del farmaco rispetto alla concorrenza, per YM Biosciences lo è l’effetto sull’anemia. Da qui il rischio che la compagnia canadese si incaponisca nel voler utilizzare questo aspetto come obiettivo primario per giudicare il valore del farmaco, dimenticando che stiamo parlando di mielofibrosi.

Altro problema potrebbe essere la scelta del braccio di controllo. Qui YM Biosciences, se vuole colmare il gap che ha con Jakafi di Incyte/Novartis, deve avere coraggio e scegliere proprio Jakafi come termine di paragone. L’alternativa è quella di confrontarsi con la miglior terapia di supporto disponibile (SoC); scelta ammissibile, per carità, ma prima o poi i nodi dovranno venire al pettine ed il confronto fra i due JAK inibitori dovrà avere un esito, seppur non definitivo. In poche parole, si devono stabilire dei confini.

Ecco, per me lo studio ideale sarebbe disegnato con FDA (quindi SPA in cassaforte) vs Jakafi. Al limite, se questo potesse essere un limite alla velocità di arruolamento: vs Jakafi e/o SoC. Endpoint primario: percentuale di pazienti che ottiene almeno il 35% di riduzione del volume splenico, misurata con risonanza magnetica.

YM Biosciences: cercasi partner disperatamente.

In più di un occasione Nick Glover, CEO di YM Biosciences, ha detto che si stanno muovendo per individuare una partnerhip ideale per CYT 387, ma sono pronti ad andare avanti da soli, forti della loro posizione di cassa invidiabile. Spero stesse scherzando.

Mi auguro che YM Biosciences trovi un partner prima di iniziare la fase 3 e che strappi un accordo come quello di Novartis con Incyte, spartendo il mercato in due: Nord America e resto del mondo (piùche altro Europa).

Il 2012 è stato l’anno del maxi rifornimento di cassa da 80 milioni di dollari che, se date uno sguardo alle quotazioni del titolo, non ha influito molto sulla quotazione, in fase di stallo da tempo fra gli 1,7 ed i 2,3$. Se avete avuto occasione di entrare nel titolo sfruttando questo ciclo che si è ripetuto nel tempo, vi faccio i miei complimenti, abbiamo avuto la stessa idea…

Non sarebbe una brutta strategia quella di mantenere una parte dell’esposizione sul titolo fissa e l’altra che segua l’oscillazione fra gli 1,7 ed i 2,3$, nel caso questa continuasse. La fine dell’anno si avvicina.

Ora, la fase 3 si fa attendere da un po’, il partner anche. Mi vengono in mente tre ipotesi per spiegare il ritardo nell’inizio dello studio registrativo: o il disegno del trial non va bene a YM Biosciences o non va bene a FDA o non va bene al nuovo partner.