Prima di scrivere l’ultima parte di questo articolo la tempesta sarà finita e sarà ora di riprendere a comprare biotech, anche se con qualche cautela, almeno all’inizio. Io, lo sapete, non ho smesso di fare acquisti. Prima di tutto, vediamo la situazione nel complesso:

 

IBB a 3 anni e mezzo

 

 

Ora, per quanto possa  apparire assurdo, il trend negli ultimi 3 anni non si è invertito, continua imperterrito. Ieri il Nasdaq Biotechnology Index ha chiuso sostanzialmente invariato, come al solito le grandi capitalizzazioni hanno girato ad una velocità diversa dalle small cap e, dato che i miei investimenti girano attorno a queste ultime, il risultato è che il valore del portafoglio biotech è sceso ancora.

Non mi preoccupo di questo, anche se di certo avrei evitato. Colgo l’occasione per fare incetta di dati, che poi significa fare esperienza e per fare qualche riflessione. La prima riflessione riguarda il fatto che le aziende europee sulle quali investo o che tengo monitorate, meno rapporti hanno con gli investitori USA e meglio tengono. Qualche esempio? Galapagos NV (GLPG) nell’ultimo mese e mezzo ha fatto la spola sopra e sotto quota 16 euro, senza troppi scossoni. Morphosys (MOR), che comunque ha partnership con una moltitudine di aziende, comprese quelle a stelle e strisce, ha lasciato sul campo un 14%, quasi la stessa cifra che Idera (IDRA) ieri ha perso in un’unica sessione. Altro esempio: Evotech (EVT), anche qui siamo attorno al 12%. Fra le aziende a bassissima capitalizzazione c’è Medigene (MDG1), della quale vi ho parlato pochi giorni fa. Medigene dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 20%, nonostante nell’ultimo mese abbia perso il 14%.  Ecco nel dettaglio alcune compagnie con le performance dell’ultimo mese e quelle da inizio anno ad ora:

 

euro biotech

 

 

Come si può evincere dalla tabella, quella che nell’ultimo mese ha fatto decisamente peggio delle altre è Innate Pharma. Innate è anche quella però che era cresciuta maggiormente prima di scivolare sulla classica buccia di banana. Alcuni di voi sono entrati nel titolo quando quotava ancora attorno ai 2 euro e mezzo, si è arrivati a toccate quota 12,3 euro come massimo.

Da qui la prima considerazione: investire in Europa diventa sempre più importante. Prima conseguenza pratica, il tanto atteso portafoglio biotech europeo partirà a breve, visto l’esperimento positivo dell’aggiornamento delle quote in tempo reale registrato con il portafoglio esistente. Si inizierà con le aziende che tratto di solito, ossia quotate in Euro, per sterlina e monete nordiche se ne riparlerà fra un bel po’ di tempo, quando anche le piattaforme renderanno possibile fare certe operazioni.

Ok, e per quello che riguarda gli USA?

Prima considerazione, aver fatto cassa prima dell’inizio della fine del mondo è stata una scelta saggia, altro aggettivo potrebbe meritare l’uso che ne ho fatto in seguito, ma parlerò anche di quello. Monetizzare parte di Array (ARRY), Celldex (CLDX), Oncothyreon (ONTY) e Ziopharm (ZIOP) ha permesso di avere tanta cassa disponibile per poter intervenire in caso di occasioni favorevoli. La prima occasione è stato l’hold affibbiato da FDA a Geron (GERN). L’aver acquistato subito ha permesso do ottenere un discreto guadagno, sminuzzato dalle ultime perturbazioni del settore, ma che che comunque rimane attorno al 30% lordo alla chiusura di ieri. Altre operazioni fatte prima dell’inizio della turbolenza sono state su Xencor (XNCR) e Five Prime (FPRX) in ottica propositiva, ossia credendo nella bontà della pipeline, mentre su Agenus ho fatto un’operazione diversa, sempre improntata sul lungo periodo in funzione della pipeline, ma sfruttando il crollo dovuto ad un evento ininfluente per la crescita della compagnia. Le tre posizioni sono tutte e tre pesantemente in perdita (si va dal 20 al 33%) ma  a mio giudizio recuperabili.

Idera (IDRA) ed Orexigen (OREX)  invece sono state prese in piena tempesta ed in questi ultimi due giorni ha fatto segnare pesanti perdite la prima, molto più contenute la seconda. La domanda è la seguente: conviene comprare ora? Come si può capire se l’indice continuerà a scendere e se quindi le nuove posizioni affosseranno ulteriormente il portafoglio?

Tanto per cominciare, queste sono giornate utili per fare esperienza, come dicevo prima, e per riflettere sulle scelte fatte finora. Iniziamo da una semplice considerazione, ossia la cassa in rapporto alla capitalizzazione:

 

CASSA YE 2013 MKT CAP MKT/CASSA NOTE
ARRY 120 469 4
EXEL 415 646 2
SCTPF 33 73 2
CRIS 69 197 3
CLDX 303 1,226 4
ONTY 72 182 3
ZIOP 68 341 5
INFI 214 474 2
XNCR 78 305 4
GERN 119 297 2 96M A FEBBRAIO
FPRX 75 304 4
AGEN 83 158 2 56M A FEBBRAIO
IDRA 75 233 3 40M A FEBBRAIO
OREX 177 564 3

 

Il rapporto capitalizzazione/cassa più elevato è quello di Ziopharm, seguito da Celldex ed infine da Five Prime che però è una IPO, al pari di Xencor. Tutte queste sarebbero posizioni sacrificabili se volessi fare cassa ora e riorganizzare il portafoglio. Altra candidata potrebbe essere Infinity, nonostante il rapporto capitalizzazione/cassa, principalmente a causa degli eventi in arrivo.

Secondo aspetto da considerare quindi, gli eventi che attendono le compagnie. Qui il discorso è più lungo, da qui la necessità di dividere in più parti l’articolo.

 

Curis e la strategia del riccio.

 

Iniziamo da Curis? Scelta quasi obbligata, visto il numero di azionisti in Italia ed il sentimento diffuso di paura visto il calo nonostante le ultime vicende non possano essere considerate negative. La tesi che sta alla base dell’investimento in Curis è semplice: per me l’azienda vale 3,5 dollari solo per Erivedge, pari a 300 M$ di capitalizzazione. Lo scorso ottobre, prima che CUDC-427 venisse fermato da FDA, Curis quotava 4,5$ circa per 380 milioni di dollari di market cap. Il crollo è stato determinato dalla sospensione dell’arruolamento di CUDC-427, sospensione rimossa pochi giorni fa. Rispetto a quando quotava 4,5$ ora Curis ha gli stessi introiti, in prospettiva destinati ad aumentare grazie all’allargamento del mercato del BCC, e la stessa pipeline (anche se chiaramente c’è un ritardo nella sperimentazione).

La situazione della pipeline ora è questa:

 

  • CUDC-907 verso la metà dell’anno in corso dovrebbe completare la fase scalare per determinare dosaggio e modo di somministrazione del PI3k/HDAC inibitore, in modo da iniziare nel secondo semestre la fase di espansione su specifiche indicazioni.
  • CUDC-427 dopo la rimozione del blocco dovrebbe riprendere ad essere somministrato nella fase 1 interrotta. Clinicaltrials.gov non è aggiornato e da lo studio come attivo ma senza reclutamento, indipendentemente da ciò si riprende da dove si era lasciato il discorso al novembre passato. A breve inizierà una fase 1/2 in combo con capecitabina nel trattamento del tumore al seno avanzato HER2-.

 

Non attribuisco alcun valore all’HSP90 in collaborazione con Debiopharm, ma trovo CUDC-427 interessante anche al di la di quanto fatto vedere da Curis.  Novartis sta sviluppando un farmaco simile che ha dimostrato risultati decisamente incoraggianti nel trattamento del mieloma multiplo. LCL-161 è stato testato su pazienti con tumori solidi in fase 1 e sta arruolando in diversi altri trial con le più disparate indicazioni. Vi citavo il mieloma multiplo a causa di quanto appurato in fase pre-clinica dalla Mayo Clinic che, testando il farmaco su modelli murini, si è accorta che lo IAP inibitore era decisamente attivo nonostante le cellule del mieloma non venissero uccide dallo stesso. L’unica spiegazione in grado di dare senso al tutto è che LCL-161 agisca stimolando il sistema immunitario del paziente, anche se in questo caso si parla di topi.

Novartis ora ha aperto 6 trial di cui la metà sono fasi 2. Ogni successo varrà come validazione del meccanismo d’azione di CUDC-427.

E’ invece compito di Roche pensare ad Erivedge, Curis deve raccogliere le royalties che, sebbene siano basse in termini percentuali, sono in costante crescita. Mi aspetto che in Europa il farmaco (di recente approvazione) faccia bene fin da subito e che si diffonda l’uso off-label per le lesioni operabili di maggior dimensione. Che tutto questo renda profittevole Curis è arduo da immaginare, ma che basti per finanziare le prime fasi di sperimentazione dei farmaci è realistico…