Dall’ingresso nel portafoglio virtuale ad oggi TG Therapeutics (TGTX) ha guadagnato il 70% lordo, grazie anche ad una crescente visibilità alla quale internet ha certamente contribuito. Dai messaggi ricevuti, qualche merito posso prendermelo, anche se va rilevata la difficoltà nell’acquistare un simile titolo a causa del segmento a cui fa capo, ossia l’OTC, e l’ammontare delle spese di commissione relative.

La buona notizia è che TG Therapeutics si sta per trasferire sul NASDAQ, l’ottima notizia è che la visibilità è destinata ad aumentare ancora in vista di ASCO13.

Non ci sono solo belle notizie, chiaramente. La prima brutta notizia, se così si può definire, è che oggi TG Therapeutics sarà presente alla 25ma Roth Conference. Non vi sembra una brutta notizia? E se vi dicessi che cinque giorni fa Roth ha iniziato la copertura della compagnia con giudizio “Buy” e target price di 13$? Se non vi sembra ancora una brutta notizia è probabilmente perché aspettate che la compagnia si finanzi per tentare un ingresso, altrimenti le possedete già.

Aspetti finanziari che magari appartengono solo alla mia paranoia a parte, TG Therapeutics è una compagnia veramente interessante. Due sono i farmaci in fase di sviluppo e sono entrambi indirizzati verso l’ematologia: Ublituximab, un anticorpo anti CD20 e TG 1202, PI3k delta inibitore. Ora, facendo un accostamento che spero non faccia girare la testa a nessuno e men che meno possa generare false aspettative, stiamo parlando di un farmaco simile a Rituximab ed uno simile ad IPI 145 o a CAL 101. La puntualizzazione l’ho già fatta nel primo articolo e la ribadisco ora, si chiama TG Therapeutics, ma si legge Manhattan Pharma, quindi tutta la cautela del caso è necessaria, visto il ruolino di marcia fallimentare della compagnia prima di cambiare nome.

Il presente però è interessante ed Ublituximab, oltre al proverbiale fumo, ha mostrato qualche fetta di arrosto, mentre per TG 1202 siamo ancora nella fase in cui se ne parla per via degli illustri predecessori che stanno riscuotendo successo ultimamente.

Ad ASCO13 avremo aggiornamenti di interesse notevole per la compagnia in merito alla fase 1/2 di Ublituximab somministrato a pazienti con linfoma non Hodgkin recidivo e refrattario precedentemente trattati con terapie anti CD20 e alla fase 1/2 del farmaco in combo con lenalidomide in pazienti con linfomi, sempre con il criterio di arruolamento della recidiva e della precedente esposizione ad anti CD20. In tutti e due i casi, è molto probabile che i dati vengano illustrati anche a Lugano, all‘International Conference on Malignant Lymphoma che si terrà qualche settimana dopo ASCO13, dal 19 al 22 giugno. Steso discorso per TG 1202, sia ad ASCO13 che a Lugano avremo i primi indizi in merito all’efficacia del farmaco. Altro aspetto interessante è che la compagnia ha la possibilità (e l’intenzione) di condurre uno studio con un PI3k delta inibitore ed un anticorpo anti-CD20 avendo tutto in casa. ASH13 sarà la vetrina per dati più maturi di tutti e due i composti, ma già a giugno ci sarà la possibilità di tracciare una prima linea dalla quale partire per provare a determinare il futuro di TG Therapeutics.

TG Therapeutics, un 2013 denso di eventi.

Ancora una volta: Maya, alla faccia vostra e della fine del mondo nel 2012. L’anno in corso vedrà i due farmaci di TG Therapeutics impegnati nel completare l’arruolamento negli studi ancora aperti e la compagnia dedita ad aggiornamenti costanti da qui a fine anno, anche per cavalcare l’ondata di interesse che sta suscitando ora. La quotazione sul mercato maggiore poi servirà anche per attrarre investitori in modo maggiore e selezionandone il livello. Capite quindi come il rating “Buy” di Roth e la presentazione della compagnia in data odierna (scrivo il 19 marzo, auguri a tutti i papà!) mi facciano pensare ad una emissione azionaria. Riflettendoci poi, avere una base finanziaria più solida potrebbe avvantaggiare anche la ricerca di un partner, poiché mi pare evidente che TG Therapeutics non possa andare molto lontano da sola.   Ovvio, tutti questi discorsi su partner passano dai dati.

Ublituximab va ad incanalarsi lungo la scia tracciata da anticorpi monoclonali quali Rituxan (Rituximab, MabThera, chiamatelo come vi  pare) e Bendamustine, farmaci in grado di vendere per approssimativamente 5 e 1 miliardo di dollari e spina dorsale dei trattamenti in ambito ematologico in molti casi. Rituxan è simile al farmaco di TG Therapeutics, essendo diretto allo stesso antigene, ossia il bersaglio estraneo al quale l’anticorpo si rivolge. Fra Rituxan ed Ublituximab sembrano esserci interessanti differenze, ma l’aspetto che più sembra rilevante al momento è l’efficacia dell’anticorpo di TG Therapeutics in pazienti precedentemente trattati con Rituxan. L’importanza dello sviluppo degli anticorpi monoclonali, ed in particolare l’anti CD20 Rituxan, è straordinaria, soprattutto nei linfomi B a grandi cellule, dove in aggiunta alla chemio (la CHOP) ha permesso di ottenere notevoli tassi di risposta in confronto alla sola CHOP. Se la CHOP-R è lo standard attuale per la prima linea, nei pazienti recidivi e refrattari c’è un bisogno notevole di opzioni terapeutiche valide, specialmente per quei soggetti a cui Rituxan non apporta più nessun giovamento.

Nuovi farmaci anti CD20, anticorpi bispecifici (anti CD19) come Blinatumomab di Micromet, Btk inibitori quali Ibrutinib e PI3K inibitori come CAL 101 di Calistoga/Gilead si stanno affacciando al panorama dei trattamenti in questo senso ed Ublituximab potrebbe ritagliarsi un posto di una certa importanza.

TG Therapeutics ha diffuso ampiamente sia i risultati preclinici che i primi relativi alla sperimentazione su pazienti malati dai quali risulterebbe che Ublituximab abbia tre vantaggi rispetto allo standard of care: in termini di maggior effetto di citotossicità mediata da cellule dipendente da anticorpi (antibody-dependent cell-mediated cytotoxicity o ADCC), in termini di efficacia verso pazienti con bassa espressione di CD20 ed nella capacità di legarsi ad un diverso epitopo (cioè una diversa porzione) dell’antigene, fatto che renderebbe il farmaco di TG Therapeutics capace di superare certe resistenze che si vengono a creare nei confronti di Rituxan.

Come singolo agente, a titolo esplicativo, Ublituximab ha prodotto un tasso di risposta a 6 mesi del 45% grazie a 5 risposte parziali su 11 pazienti valutabili ed affetti da leucemia linfatica cronica (CLL) e precedentemente trattati con rituxan per circa la metà dei soggetti. Sebbene i dati si riferiscano ad una coorte di uno studio 1/2 ed ad un solo dosaggio, sono perfettamente in linea con quanto di meglio si sia fatto registrare finora, al netto delle differenze in termini di tipologia e numero di pazienti arruolati, ma questo è un discorso che affronterò, se il caso, più avanti e con dati aggiornati. TG Therapeutics ha annunciato lo scorso mese di aver iniziato l’espansione dello studio come singolo agente dopo i primi promettenti risultati ed hanno tutto il 2013 per dimostrare l’efficacia di Ublituximab e per solleticare la fantasia dei mercati con l’impiego combinato assieme a TG 1202, il PI3k inibitore.

Vi ho già parlato del passato oscuro della società. Non dobbiamo innamorarci del titolo, solo prendere tutto quello che di buono ha da offrire. Appuntamento per ASCO13 e Lugano quindi, nel mentre la capitalizzazione è sotto quota 150 milioni di dollari, il che autorizza ad immaginare ampi spazi di salita in caso di riscontri positivi.