Tanto per iniziare, ho deciso dopo attenta riflessione che anche Cerealkiller.it avrà le sue trimestrali che riguarderanno l’andamento del portafoglio virtuale, a cominciare proprio da questo mese. Per preparare il tutto ed iniziare ad incanalare i discorsi verso il meeting più importante per gli investitori biotech, inizierò a postare articoli riguardo le compagnie inserite nel portafoglio ed i loro eventi binari, con particolare riguardo ad ASCO13. Per facilitare poi la ricerca basterà cliccare sul tag “ASCO13”, comunque poi preparerò una lista o un articolo riepilogativo. Vi ricordo che non abbiamo ancora dettagli in merito agli abstract che verranno presentati, visto che l’accettazione  di questi ultimi da parte dell’organizzazione non è ancora resa nota, posso fare solo supposizioni, ma non credo di poter sbagliare di molto.

Iniziamo con Arqule (ARQL), il più grosso errore dal punto di vista del portafoglio virtuale del 2012, assieme all’aver venduto troppo presto Sarepta (SRPT).

 

ArQule ad ASCO13, l’importanza del biomarker.

 

ARQL OS in pazienti MET high

I dati presentati ad ASCO12 mostrano come tivantinib produca un miglioramento elevato in termini di sopravvivenza in pazienti con alta espressione MET (hiMET), fattore che presumibilmente costituisce anche un indicatore negativo di prognosi, rendendo i dati presentati da Arqule ancora più interessanti.

Breve riepilogo per i nuovi lettori. Ho sempre trovato estremamente interessante il farmaco Tivantinib, una volta conosciuto come ARQ 197, per via della sua natura di MET inibitore nato da una piattaforma tecnologica denominata AKIP, in grado di permettere lo sviluppo di farmaci allosterici o non ATP competitivi, per dirla in un altro modo. Una particolarità che ha contribuito a creare un certo valore nel titolo della compagnia, unita alle partnership di livello nate attorno ad essa ed al farmaco di punta e che ha concesso ad Arqule la non comune capacità di finanziarsi fino a non molti mesi fa solamente grazie alle milestones legate ai progressi in ambito clinico.

L’ingresso del titolo nel portafoglio virtuale di Arqule però è stato accompagnato a breve distanza di tempo da due eventi nefasti per la quotazione: lo stop all’arruolamento della fase 3 di Tivantinib condotta in Asia (il trial ATTENTION) ed il fallimento di quella in territorio occidentale (il trial MARQUEE). In tutti e due i casi si parlava di tumore al polmone ed in tutti e due i casi lo studio è proseguito, ma le due vicende sono nettamente diverse. ATTENTION ha subito una modifica nel disegno, in modo tale da ridurre il numero di pazienti arruolati in seguito all’evidenza di un numero preoccupante di pazienti che hanno sviluppato un evento avverso di notevole entità legate a malattie interstiziali polmonari.  Inizialmente lo studio doveva arruolare 450 pazienti, lo stop all’inclusione di nuovi malati è avvenuto quando circa 300 pazienti erano già all’interno del trial e lo stesso prosegue su pazienti che hanno deciso, una volta messi a conoscenza dei rischi, di accettare la somministrazione dei farmaci. Il fenomeno è conosciuto e riguarda esclusivamente la popolazione giapponese, oltre a manifestarsi anche in soggetti a cui viene somministrato erlotinib in monoterapia, il che rende chiaro quanto possa essere limitata la responsabilità di tivantinib.

Diverso il caso del trial MARQUEE, in cui il farmaco di Arqule ha mostrato una tendenza ad incrementare la sopravvivenza mediana ma non in modo statisticamente significativo, mentre il vantaggio in termini di progressione da malattia ha centrato il bersaglio.

Ora, esistono alcune differenze per quanto concerne le due tribolate fasi 3, sia per quanto riguarda i dosaggi (aspetto che poco mi interessa) che per quanto riguarda i criteri di inclusione dei pazienti, visto che oltre ale aree geografiche nettamente diverse a cui facevano riferimento i due studi, ATTENTION reclutava pazienti EGFR wt mentre MARQUEE aveva anche pazienti con EGFR mutato.

Una cosa hanno in comune, nessun tipo di selezione è stata fatta basandosi sull’espressione del bersaglio del farmaco tuttavia sono stati analizzati i tessuti dei pazienti anche in funzione dell’espressione del gene MET.

Da qui si riparte.

Nella seconda parte dell’anno, anche se realisticamente parlando sarebbe meglio orientarci verso l’ultimo trimestre, Arqule presenterà i dati comprensivi delle analisi fatte sui sottogruppi di pazienti trattati in MARQUEE. L’attenzione sarà di certo indirizzata verso coloro i quali avranno mostrato una elevata espressione in termini di MET sia al momento dell’arruolamento che al momento della somministrazione della terapia, aspetto che finora è stato trascurato ma che sarà di notevole importanza per lo sviluppo futuro sia di tivantinib che di farmaci analoghi che ne condividano il bersaglio.

Arqule  utilizzerà questi dati, unitamente a tutto ciò che andrà ad unirsi alla mole di dati già in loro possesso, per determinare il futuro nell’ambito del trattamento del tumore al polmone con tivantinib. Per conto mio, il treno in tal senso è già passato, ma da investitore mi auguro che qualche sviluppo positivo in tal senso ci possa essere. Quello che può tornare utile ai possessori del titolo di Arqule è l’indiretto beneficio che si possa avere nella fase 3 attualmente in corso nel trattamento del tumore primitivo del fegato (HCC per comodità).

Lo studio in questione, chiamato METIV, arruola infatti in base all’espressione MET del tumore e prevede l’analisi in tal senso sia alla determinazione della baseline che al momento della somministrazione della terapia e potrà giovarsi di positivi riscontri in pazienti hiMET di qualsiasi altro trial. Ho già citato l’analisi approfondita di MARQUEE a tal proposito, ma a fine 2013 o al più tardi inizio 2014 Arqule potrebbe ricevere dal partner Kyowa Hakko Kirin (KHK) notizie riguardo lo studio ATTENTION.

Oltre al tumore al polmone poi, c’è un altro studio, anch’esso tribolato, che riguarda il carcinoma del colon-retto. E qui si va ad ASCO13.

La fase 2 randomizzata condotta da Daiichi Sankyo (DS) ha visto 122 pazienti a cui è stato somministrata una terapia che prevedeva o Tivantinib con irinotecan e cetuximab oppure irinotecan e cetuximab con placebo. Il numero iniziale di pazienti che avrebbero dovuto partecipare allo studio era di 180 (sebbene clinicaltrials.gov riporti 150), numero poi ridotto a causa del cambiamento della metodologia di trattamento nei confronti dei malati, sia in prima linea che nelle seguenti. Non deve stupire quindi che lo studio abbia prodotto risultati non significativi dal punto di vista statistico, nonostante il trend sia stato positivo anche in presenza di risposte superiori alle attese per quanto riguarda il gruppo di controllo:

 

  • mPFS di 8,3 mesi contro i 7,3 del placebo (HR = 0,85)
  • tasso di risposta (ORR) del 45% contro il 33% del controllo

 

In tutti e due i casi, come detto, statisticamente non significativi. Arqule ha comunicato che ad ASCO13 verranno presentati dati relativi alla sopravvivenza più maturi, oltre che analisi su sottogruppi che includeranno anche i biomarker. Considerando la data dell’ultimo arruolamento, il periodo di follow up sarà superiore ad un anno, forniranno indicazioni importanti in tal senso.

 

Arqule, la cassa e tutto il resto.

 

Arqule sta seduta su circa 130 milioni di dollari e ne capitalizza 160, anche per questo motivo rimane in portafoglio.

I dati di ASCO13 saranno importanti, così come tutto quello che andrà a contribuire alla conoscenza del rapporto MET-tivantinib. Gli studi in corso, tolto METIV, non sono basati su una scelta dei pazienti in funzione del biomarker, ma assumendo che quattro pazienti su 10 siano hiMET, la mole di dati su cui ragionare è elevata. Anche l’analisi dell’espressione prima e dopo il trattamento contribuirà a migliorare la conoscenza del pathway, a beneficio sia di Arqule che di tutti, pazienti in primis.

La pipeline di Arquel poi si fonda su una piattaforma di notevole interesse e tre farmaci in fase acerba di sperimentazione con quattro bersagli interessanti:

 

  1. ARQ 621, KSP inibitore.
  2. ARQ 736, BRAF inibitore.
  3. ARQ 087, FGFR inibitore.
  4. ARQ 092, AKT inibitore.

ARQ 621 si trova ora a beneficiare di una situazione alla quale ha dato il “la” Array (ARRY) con ARRY 520. Arqule sta alla finestra e osserva gli sviluppi in tal senso, garantendosi la possibilità di sfruttare sperimentazioni altrui senza correre il rischio di fare passi falsi e senza lasciarsi distanziare dalla concorrenza. ARQ 736 invece si trova nella condizione di dover generare segnali molto forti per emergere in un contesto estremamente competitivo, visti i recenti sviluppi e quanto si è visto anche nelle terapie di combinazione, come nel caso del melanoma dove l’impiego associato a MEK inibitori si sta già imponendo come nuovo standard terapeutico per gli anni a venire, ARQ 087 è l’ultimo dei programmi proprietari di Arqule e si trova ora in fase 1. Bersagliare tumori con espressione amplificata o mutazioni dell’FGFR, ossia il recettore per il fattore di crescita dei fibroblasti, sta tornando ad essere una opzione interessante per combattere il cancro. Sono diversi gli studi attualmente in corso così come i tumori nei quali l’inibizione dei diversi FGFR può tornare utile, a partire dal tumore al polmone, al seno ed alla prostata interessati dal recettore FGFR1, passando per il tumore dell’endometrio (FGFR2), il mieloma (FGFR3) ed i sarcomi (FGFR4). Fra poco Arqule inizierà l’arruolamento nella terza coorte ed in base ai risultati del farmaco, così come dei due citati in precedenza, la compagnia deciderà quali di questi avanzerà come candidato principale fra i composti di esclusiva proprietà, anche se di certo lo sviluppo futuro sarà basato su partnership.

ARQ 192 è invece un progetto interamente controllato da DS, per il quale ad Arqule poi potranno spettare milestones, royalties su future vendite ed una opzione sulla commercializzazione condivisa negli USA.

Se come me pensate che tutto questo valga più di 30 milioni di dollari, forse è il caso di acquistare Arqule.