La tesi di investimento su MEI Pharma è piuttosto semplice, si tratta di un caso di investimento binario da manuale. Dati in arrivo, emissione conclusa, si lucra sull’attesa di sapere se il farmaco funziona o meno. Sapete già cosa comporta questo tipo di investimento: si esce prima di avere il responso dello studio. Minimizzare i rischi, guadagnare sulla speranza che tutto vada a finire in gloria e poi vendere prima di accorgersi che spesso finisce in lacrime.

Fatta questa premessa vediamo di capire cosa stiamo aspettando e quante possibilità ci sono che MEI Pharma possa ridere per ultima.

MEI Pharma sta sviluppando Pracinostat (HDAC inibitore) nel trattamento della leucemia mieloide acuta (AML) in soggetti anziani e nel trattamento delle sindromi mielodisplastiche (MDS). Per quel che riguarda il trattamento dell’AML abbiamo avuto una esauriente panoramica della fase 2 ad ASH14, nel caso delle MDS siamo in attesa dell’esito di una fase 2 randomizzata ed in cieco che dovrebbe giungere alla conclusione a marzo. Siamo quindi vicini alla scadenza dell’investimento binario e ad oggi questo ha fruttato un guadagno del 43% lordo in poco più di un mese, motivi validissimi per vendere.

Ma chi vuol rischiare, a cosa va in contro?

Per valutare le possibilità di successo dello studio, conviene iniziare da quanto visto nel caso dell’AML.

MEI Pharma allo scorso ASH ha riportato dati preliminari provenienti da una fase 2 in aperto che ha visto impiegato pracinostat, unitamente ad azacitidina (Vidaza), somministrato a soggetti naive ad ogni trattamento affetti da AML ed in età avanzata (maggiore di 65 anni). Lo studio in questione si chiama MEI-004 e l’endpoint primario è il tasso di risposta (CR+CRi+MLFS). MEI Pharma si era fissata una soglia minima per poter completare lo studio dopo una fase iniziale su 27 soggetti: se si fossero registrate 3 o più risposte si sarebbe passato alla fase di espansione. La barra della difficoltà, a dirla tutta, è stata posta ad una soglia ridicolmente bassa, quindi espansione è stata.

I dati ad interim hanno riguardato 33 pazienti e, dal punto di vista dell’efficacia, sono riassumibili così:

  • 9 CR (27%)
  • 4 CRi (12%)
  • 2 MLFS (6%)
  • 3 PR/PRi (9%)
  • 4 SD (12%)
  • 6 PD (18%)

Un tasso di risposta del 39% (CR+CRi) in soggetti naive, anche se anziani, non credo possa essere considerato come un valore eccezionale. Pracinostat da solo, in un precedente studio, ha fatto segnare un 14% di CR e chiaramente Vidaza è un farmaco attivo anche se somministratore singolarmente, quindi dai dati emersi ad ASH sembra che l’HDAC inibitore di MEI Pharma non aggiunga moltissimo alla causa in termini di risposta, unico elemento utile per la valutazione in assenza di sopravvivenza o durata delle risposte per tutti i soggetti. E’ possibile che con un follow up maggiore la situazione diventi più interessante, ma nel mentre MEI Pharma ha già deciso che lo sforzo merita una fase 3. Se ci si limita ad i dati presentati finora (anche se si tratta di un numero bassissimo di pazienti), tuttavia, il trend non è propriamente dalla parte dell’azienda.

L’ostacolo da superare per espandere lo studio, come ho detto prima, non era di certo insormontabile. lo scorso giugno MEI Pharma ha annunciato di averlo superato in base all’evidenza di 9 pazienti, 3 dei quali avevano ottenuto una CR/CRi (quindi 33%; 22% CR e 11% CRi) unitamente a 3 PR, il che portava ad un tasso di risposta del 67%. Se calcoliamo l’ORR registrata con un numero maggiore di pazienti presentata ad ASH otteniamo un 54%, dato leggermente inferiore a quanto ottenuto inizialmente su 9 pazienti.

Veniamo ora al capitolo MDS. Si tratta di una fase 2 in doppio cieco che vede i circa 100 pazienti randomizzati a ricevere pracinostat ed azacitidina o azacitidina e placebo. L’endpoint primario è il numero di risposte complete, fra i secondari ci sono il tasso di risposta (CR+CRi+PR), il miglioramento di alcuni parametri quali piastrine, eritrociti e conta dei blasti nel midollo, la sopravvivenza e la durata delle risposte. MEI-003, questo il nome del trial, ha chiuso l’arruolamento lo scorso 29 agosto, aggiungendo 6 mesi ed ipotizzando qualche giorno per completare l’analisi dei datisi arriva a metà marzo circa, ma non è da escludere che la stima possa essere in eccesso o in difetto di qualche giorno. In parole povere, terrei come riferimento il 1 marzo, da li in poi ogni giorno è buono.

I 102 pazienti sono affetti da sindromi mielodisplastiche, sono naive a trattamenti con agenti ipometilanti e con uno score IPSS di intermedio-2 o alto rischio. Il disegno dello studio prevede che questi vengano randomizzati 1 a 1 a ricevere il farmaco di MEI Pharma o il placebo, in base a fattori di stratificazione lo score IPSS. I dettagli del trial li trovate riassunti nell’immagine qui sotto:

meip mei pharma mei003 disegno

 

MEI-003 nasce dai fasti di uno studio condotto su un numero limitatissimo di pazienti che ha ottenuto un tasso di risposta straordinario: su 10 pazienti coinvolti nello studio pilota, otto hanno ottenuto una CR/CRi (80%). Un simile tasso di risposta fa ovviamente impressione, tuttavia qualche segno rosso va posto sulla documentazione a tal riguardo. Tanto per iniziare, il numero esiguo di pazienti, inoltre le caratteristiche di questi sono piuttosto eterogenee. L’età media nello studio pilota è stata di 64.5 anni, quella di MEI-003 dovrebbe essere di circa 70 anni. Fra i 10 partecipanti al primo studio poi si potevano trovare anche un uomo di 18 anni ed una donna di 22. La conta dei blasti, come criterio di inclusione per la fase 2, dovrebbe oscillare fra il 5 ed il 30%, il valore medio dei 10 pazienti iniziali era del 7%, con un range variabile da 1 a 18%. In MEI-003 sette pazienti su 10 dovrebbero essere uomini, nello studio pilota accadde l’esatto contrario. In poche parole, se il primo studio deve servirci per analizzare le possibilità di riuscita della fase 2 in corso, c’è qualche problema. Sono due cose estremamente diverse.

 

MEI Pharma pracinostat MDS studio pilota

 

Ora, MEI-003 evidentemente non produrrà un tasso di CR/CRi dell’80%, dovrà però superare il solo Vidaza in modo piuttosto evidente per poter centrare l’endpoint. Giusto per fare qualche numero, in funzione della tipologia di pazienti inclusi, mi aspetterei un tasso di CR/CRi del 20-25% per il placebo e azacitidina, quindi MEI Pharma dovrebbe far registrare una percentuale del 50% o maggiore per poter giustificare una eventuale fase 3. 

Qui la faccenda si complica un attimo poiché lo studio non è stato concepito con la potenza necessaria per restituire un dato statisticamente significativo. 

Lecito avere qualche dubbio circa la possibilità che Pracinostat possa contribuire ad aumentare il tasso di risposta di vidaza in modo così significativo, tuttavia la possibilità esiste.

Vado oltre, è estremamente probabile che MEI Pharma porti a casa un dato positivo, in termini di trend. Difficile poi interpretare il dato vista la mancanza di potenza dello studio, concepito più che altro per confermare i dati ricavati all’MD Anderson relativamente a soli 10 pazienti, pazienti con caratteristiche differenti da quelle della popolazione arruolata nello studio randomizzato ed in cieco.

Io non rischierò, vendo la mia intera posizione. Chi si sente in vena di rischiare tenga presente che a marzo avremo solo una parte dei dati, il set completo è lecito attenderlo ad ASCO15.