Diversamente dalla pasqua, che quando arriva arriva, ASCO è un appuntamento pressoché fisso che vive di due momenti molto importanti per gli investitori: il rilascio degli abstract ed il meeting vero e proprio. Il primo appuntamento in scadenza è atteso per il 13 maggio, la manifestazione inizierà il 29. Sincronizziamo gli orologi. Gli abstract saranno disponibili sul sito di ASCO a partire dalle 17:00 EDT, il che significa, se non ho commesso errori, che l’orario si traduce nelle nostre ore 23:00, considerata l’ora legale. A partire da quell’istante, una mole immane di dati sarà a nostra disposizione ma, tuttavia, questa rappresenterà solo la punta dell’iceberg di tutte le informazioni che verranno presentate al meeting. Non è detto poi che gli abstract che andremo a cercare contengano informazioni preziose che, invece, potrebbero essere diffuse nelle presentazioni orali o nei poster. Tutta questa premessa per far capire come sia utile farsi una idea di cosa andare a cercare prima che le informazioni siano effettivamente disponibili. Nell’articolo di oggi vi dico cosa cercherò io. Si tratta di una lista che probabilmente andrà ad espandersi nei prossimi giorni, ma c’è già un bel po’ di materiale tale da giustificare la pubblicazione del post odierno.

Cominciamo dalle aziende inserite nel portafoglio biotech.

Affimed.

Come avrete potuto leggere nel report dedicato alla compagnia, Affimed presenterà i dati preclinici inerenti la possibilità di accoppiare AFM13, bi-specifico anti CD39/CD16a, con agenti immuno-modulatori diretti verso CD137 e PD1 oltre che le prime avvisaglie di quello che molto probabilmente sarà il programma che svilupperà tramite la sussidiaria Amphivena (un anti-CD33/CD3). AFM13 è in fase di sperimentazione su pazienti affetti da HL e, guarda caso, un anti-PD1 come nivolumab ha ricevuto una designazione a breakthrough therapy proprio per tale indicazione, nonostante abbia anche fatto sfaceli quando impiegato in tumori solidi. Lecito attendersi che unire i due tipi di immunoterapici possa dar luogo ad un effetto molto marcato.

Array.

Array farà, come di consueto, la parte del leone fra le small cap, se non altro in termini di quantità di abstract. Oltre ai soliti MEK inibitori tuttavia è necessario segnalare anche il fatto che molteplici programmi sviluppati dai partner stanno giungendo al dunque.

In ordine del tutto casuale segnalo due abstract dedicati a filanesib, farmaco retrocesso nelle graduatorie di Array dopo l’affare binimetinib ed encorafenib. Ad ASCO ci saranno aggiornamenti circa l’impiego in mono-terapia (AfFIRM) che in combo con carfilzomib. Dubito possano riservare particolari sorprese, ma non si sa mai. Più interessante lo studio condotto dal Memorial Sloan Kettering Cancer Center che vede impiegati binimetinib ed imatinib nel trattamento dei tumori del tratto gastrointestinale o, meglio ancora, i risultati preliminari dello studio TATTON che vede presente MEDI4736 in combo con, fra gli altri, selumetinib. In quest’ultimo caso l’interesse è dato dalla possibilità di accoppiare il MEKi con un checkpoint inibitore quale MEDI4736 (anti-PDL1).

Capitolo partnership. Due gli studi riguardanti l’Akt inibitore GDC-0068, aka ipatasertib: LOTUS e FAIRLANE. Ambo gli studi riguardano il tumore al seno triplo negativo, sono in doppio cieco ed ancora arruolano, quindi non aspettiamoci nulla di particolare, ma è positivo l’impegno mostrato da Genentech e che si comincia parlare del farmaco. Il futuro chiaramente dipenderà dai dati.

E’ in aperto invece lo studio condotto da LOXO su LOXO-101. Il Trk inibitore potrebbe essere molto interessante sia per Array che, indirettamente, per una compagnia che potrebbe entrare a far parte del portafolgio biotech USA a breve: Ignyta (RXDX).

Sempre per una questione di intrecci pericolosi, un occhio anche allo studio di Lilly che coinvolge LY2606368. Il checkpoint inibitore è in fase 1 a dosaggio scalare su pazienti con tumore dell’ano. Si tratta di un Chk1/2 inibitore inizialmente sviluppato da Array, ma che potrebbe validare il meccanismo di un farmaco che, in modo differente, sta sviluppando anche Oncothyreon. Non solo, ma anche una compagnia minuscola che potrebbe entrare a breve nel portafoglio EU, tale Sareum Holdings, sta iniziando a muovere i primi passi in un programma dai connotati simili.

Oh, non dimentico la coppia binimetinib encorafenib, ma qui il discorso è lunghissimo e complesso. La combo avrà il suo spazio, ma dovrà guardarsi intorno a 360 gradi visto che sia cobimetinib e vemureafenib (Roche/Exelixis) sia Mekinist/tafinlar saranno presenti. Non solo, anche AstraZeneca sarà del party con una tripletta interessante: MEK/BRAF inibitori più anti-PD-L1. Non male.

Oncothyreon.

Ovviamente, di riflesso, i dati di MARIANNE e di NEOSPHERE che verranno presentati da Roche potrebbero essere interessanti. ONT-380 sarà presente con update degli studi in corso, sia per quanto riguarda la combo tripla con Xeloda ed Herceptin (che rimane ad oggi il focus principale dello sviluppo dell’HER2 inibitore) che per i pazienti con metastasi al cervello. L’ambito del trattamento del tumore al seno HER2+ è affollato ed agguerrito oltre ogni modo, quindi Oncothyreon, oltre a presentare dati in linea con le attese, dovrà anche essere confrontata con i principali concorrenti o possibili destinatari di future combinazioni. Neratinib e Tykerb sono i primi nomi che emergono se si pensa ai competitors, ma la mia curiosità va anche ad un anticorpo (quindi siamo più simili ad Herceptin, più sul versante partner che rivale) di Macrogenics (MGNX): margetuximab.

Innate Pharma.

Innate sarà presente con il seguente abstract:

Abstract #3065
A phase 1 dose-escalation study of IPH2102 (lirilumab, BMS-986015, LIRI), a fully human anti KIR monoclonal antibody (mAb) in patients (pts) with various hematologic (HEM) or solid malignancies (SOL).
Speravo di poter ammirare le doti di liri in combinazione, ma temo che toccherà attendere. La fase 1 illustrata ad ASCO è importante poiché estende l’impiego dell’anti-KIR a tumori solidi.

Extra portafoglio.

Sono estremamente curioso di vedere cosa porterà Exelixis. Non abbastanza da rientrare nel titolo, causa spada di Damocle con inciso METEOR sulla lama, ma abbastanza da esser stato tentato di farlo. Cometriq è presente con la solita sfilza di abstract che comprendono l’uso del tk inibitore nel trattamento del tumore al seno triplo negativo e nel tumore alla prostata (con abiraterone, studio non condotto da Exelixis e sfuggito alla mattanza post fallimento dei due COMET). Ci saranno i dati finali sulla sopravvivenza di EXAM ed un abstract sull’impiego di cabo con erlotinib in soggetti con tumore al polmone non a piccole cellule con EGFR wild type, studio che potrebbe risultare piuttosto intrigante. Exelixis chiaramente fornirà aggiornamento sulla PFS di CoBRIM, elemento da considerare, come detto all’inizio, in ottica Array Biopharma.
Abstract #2589
Phase I study of receptor tyrosine kinase (RTK) inhibitor,MGCD265, in patients (pts) with advanced solid tumors.
Molto presente, ed a buon grado, l’XPO1 inibitore di Karyopharm Selinexor. Lo straordinario farmaco sarà oggetto di molteplici presentazioni e, considerando che lo scorso ASCO ha visto la compagnia fare un salto di capitalizzazione impressionante, si potrebbe anche tentare un ingresso a breve. E’ in lista.
Estremamente interessante poi sarà vedere come il JAK1 inibitore di Incyte (INCY) si comporterà assieme al PI3k inibitore INCB 093. L’idea di combinare i due farmaci nel trattamento di linfoma di Hodgkin o altri tumori del sangue potrebbe significare guadagnare una fetta di mercato enorme, soprattutto data la popolarità che i PI3k delta inibitori hanno avuto negli ultimi anni. Oh, il JAK1 inibitore in fase più avanzata di sviluppo appartiene a Galapagos NV (GLPG), in ambito onco/ematologico sono tutti più o meno fermi allo stesso punto.
Ultima compagnia degna di nota: ImmunoGen (IMGN).  Come anticipato, chiaramente in moltissimi guarderanno i dati di MARIANNE, più che altro per capire come uno studio così promettente abbia fallito nel mantenere le aspettative. ImmunoGen però presenterà anche i dati dell’interamente posseduto IMGN853 nel trattamento del carcinoma ovarico. Questo potrebbe essere un aspetto interessante dal punto di vista dell’investitore. Molti infatti credono poco nel progetto a causa del fallimento di Vintafolide (Endocyte), tuttavia poche sono le cose in comune se non vagamente il target dei due farmaci: i recettori del folato. Le similitudini però finiscono qui.