Mirati non ha un nome italiano per caso, anche se la compagnia è canadese fino al midollo. Inizialmente si chiamava Methylgene ed il nome dovrebbe ricordarvi qualcosa poiché ve ne ho parlato tempo fa, quando ancora non stavano sul Nasdaq ed ancora non erano stati affascinati dalla nostra lingua e da quella parola che noi utilizziamo al posto di “targeted”, quando ci riferiamo ad una terapia personalizzata. Mirati ha 3 composti in fase avanzata:

 

mirati pipeline

 

I primi due composti con multichinasi inibitori, non a caso avevo paragonato il primo a cabozantinib, mentre il terzo è un HDAC inibitore. MGCD 265 si trova attualmente in fase 1 nel trattamento di tumori solidi sia in mono-terapia che con docetaxel ed erlotinib

Come agente singolo nella fase 1 attualmente in corso ha fatto registrare una risposta parziale (PR) e 9 stabilizzazioni della malattia (SD) per un periodo fra i 4 ed i 9 mesi; in combinazione con docetaxel si sono ottenute due risposte parziali su 16 pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC), una PR su 4 in pazienti con cancro alla prostata, una PR su due pazienti con carcinoma del collo e della testa ed una PR su una paziente affetta da tumore dell’endometrio oltre a 6 SD della durata di oltre 6 mesi.

La strategia di Mirati per MGCD 265 è quella di concentrarsi su specifiche mutazioni (a giustificazione del nome della compagnia) per ottenere un accesso più rapido al mercato. Nel campo del tumore al polmone si tratta di una strategia decisamente validata da farmaci come Xalkori (crizotinib), approvato in USA ed in Europa per il trattamento di pazienti pretrattati per NSCLC ALK+ (ossia positivo alla chinasi del linfoma

anaplastico o più semplicemente ALK) in stadio avanzato. Mirati può contare su due bersagli decisamente intriganti come MET ed Axl, nel primo caso seguendo le orme di Metmab di Roche (o in un prossimo futuro di tivantinib di ArQule) mentre nel secondo caso in modo piuttosto pionieristico, visto che il possibile impiego in questo segmento finora è in fase del tutto acerba. Secondo una stima della compagnia l’attivazione di MET e Axl si avrebbe in circa l’8% di tutti i casi di NSCLC, rendendo questo approccio meritevole di attenzione visto in numero elevato di pazienti. Leerink Swann stima questo mercato in poco mento di 500 milioni di dollari ai quali però andrebbe aggiunto il potenziale al di fuori del tumore al polmone. Sappiamo proprio grazie ad ArQule che un inibitore di cMET può trovare impiego anche in tumori al fegato o in carcinomi renali il che rende MGCD 265 decisamente interessante in tal senso. Oh, se queste cifre stanno solleticando la vostra indole di investitore, aspettate un secondo, riprendiamo il discorso a fine articolo.

Altro farmaco dalle simili caratteristiche ma che può rivestire altre funzioni grazie ad un differente profilo di inibizione è il secondo multi-chinasi inibitore MGCD 516. Nei piani di Mirati c’è l’inizio di una fase 1 ai primi mesi del 2014 con l’obiettivo di stabilire un dosaggio massimo del farmaco entro la fine del prossimo anno. Anche qui le similitudini con Cabozantinib di Exelixis si sprecano, visto che i due farmaci condividono l’inibizione per TRK, MET e RET. Tempo fa vi parlai di come RET inibitori come Cabozantinib e Ponatinib potessero essere decisamente utili in casi particolari nei quali i pazienti manifestassero una particolare fusione del gene RET, ora, con Iclusig/Ponatinib fuori dai giochi, Mirati potrebbe giocarsela con Exelixis su questo fronte con tutti e due i farmaci dei quali vi sto parlando ed estendere la competizione ad un nuovo tipo di fusione del quale ancora poco si sa ma che sembra poter essere molto promettente: la fusione Axl.

Ultimo in ordine di interesse (mio giudizio, sia chiaro) ma primo in termini di avanzamento della sperimentazione: mocetinostat. In questo caso si tratta di un HDAC inibitore (isoforme 1,2,3 ed 11) per il quale Mirati intende partire con uno studio registrativo nella seconda metà del  2014, dopo aver conseguito uno SPA (ossia un accordo in merito al disegno dello studio) con FDA. L’indicazione sarà quella del trattamento in prima linea delle sindromi mielodisplastiche. In questo caso il valore più grande risiede nel trovare un partner per lo sviluppo e la futura commercializzazione del farmaco, cosa che al momento però potrebbe risultare piuttosto problematica. I dati finora raccolti sono positivi (anche se su un numero limitato di pazienti) e dal punto di vista teorico la scelta di usare Vidaza in combo con mocetinostat è decisamente razionale ma ancora qualcosa manca. Mirati infatti condurrà una piccola fase 2 che partirà a breve e che vedrà il farmaco testato in due dosaggi (70 e 90 mg) prima di dare il via allo studio registrativo. 

 

Riprendiamo il discorso sul possibile mercato di MGCD 265 e sul valore della compagnia?

 

Qualche riga più su vi ho detto che avremmo affrontato nuovamente il discorso legato alla possibile quoa di mercato per un semplice motivo, la stima è stata fatta da Leerink Swann. Niente di male, per carità, ma vediamo il tutto nel suo contesto. Leerink Swann ha gestito la vendita dell’ultima emissione azionaria della compagnia, è normale che sia di parte. Prendete con dovuta cautela qualsiasi giudizio su Mirati che abbia la loro firma e mettete in conto target price interessanti da parte di Jefferies, la già citata Leerink Swann e Piper Jaffray . Detto questo, ad inizio ottobre la compagnia si è appunto finanziata vendendo nuove azioni:

 Mirati Therapeutics, Inc. (Nasdaq: MRTX) today announced the pricing of an underwritten public offering of 3,250,000 shares of its common stock at a price to the public of $17.50 per share.  The gross proceeds from this offering to Mirati are expected to be approximately $56.9 million, before deducting underwriting discounts and commissions and other offering expenses payable by Mirati. Mirati has granted the underwriters a 30-day option to purchase up to an aggregate of 487,500 additional shares of common stock.  The offering is expected to close on or about October 29, 2013, subject to customary closing conditions.  Mirati expects to use net proceeds of this offering for research and development expenses, working capital, potential future licensing or partnership transactions and for other general corporate expenses.

17,5 dollari a d azione, esattamente quanto quota alla chiusura di ieri. Mirati ha incassato 53 milioni netti che vanno ad aggiungersi ai 15 già in cassa e la cifra totale dovrebbe consentirle di operare fino al 2015 senza problemi, anche se la sete di danaro delle compagnie a bassa capitalizzazione senza introiti è senza fine.

Mirati ad oggi capitalizza 225 milioni di dollari e, come detto quota 17,5$ ad azione comprensivi di circa 5,5$ di cassa, il che determina una valutazione di 12$ per la compagnia e la pipeline. Attribuendo un potenziale mercato di 400 milioni per MGCD 265 con una possibilità di successo del 15%, 300 milioni per mocetinostat con un 20% di probabilità di successo e nessun valore per il resto della pipeline si arriva (sommando la cassa) ad una capitalizzazione di 190 M$, in linea con quella attuale. Mirati potrebbe essere una delle sorprese dei prossimi mesi in virtù di una maggior esposizione grazie allo sbarco sul Nasdaq, di una posizione di cassa interessante e grazie ad un programma potenzialmente pronto per una fase registrativa. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che i 3 programmi principali sono ancora senza partner e che chi ha curato la vendita delle ultime azioni emesse di certo aiuterà la causa, Mirati appare una compagnia da seguire molto attentamente.

mirati grafico