Per comprendere bene chi e cosa fa MEI Pharma, occorre una premessa ed un po’ di storia. Ho diversi amici azionisti di Cell Therapeutics (CTIC) con i quali condivido un trascorso di frequentazione nella bacheca di Yahoo. Alcuni li ho persi di vista, con altri converso ancora quasi quotidianamente, pur non essendo più imparentato con James Bianco da diverso tempo. Fra questi ce ne è uno in particolare che tiene molto alla sua privacy e che chiameremo con il nome di fantasia “Niky”, il quale tempo fa mi ha parlato di MEI Pharma. A prima vista mi colpì subito, non riuscivo a comprendere come avessi potuto ignorarla del tutto. Non che conosca tutte le compagnie quotate in USA, chiaramente, ma di quella non avevo presente pressoché nulla, eppure qualcosa di familiare c’era. Poi mi sono accorto di cosa non tornava. A quel punto mi sono interessato ancor di più.

Il motivo è semplice. Due degli ultimi ingressi ingressi nel portafoglio virtuale hanno in comune un passato non proprio glorioso alle spalle e stanno cercando di farsi una nuova reputazione, sono TG Therapeutics (TGTX ora ed una volta tristemente conosciuta come Manhattan Pharma) ed Astex Pharmaceuticals (ASTX ora, ma fino a non molto tempo fa era l’inconcludente Supergen). Da quando sono in portafoglio alla chiusura di oggi, TG Therapeutics mi sta garantendo un guadagno del 66%, Astex del 95%. Se tanto mi da tanto, MEI Pharma potrebbe fare anche meglio, visto che stiamo  parlando della vecchia Marshall Edwards.

 

MEI Pharma, dall’Australia con furore.

 

La storia di MEI Pharma inizia nel nuovissimo continente e va fatta risalire alla tuttora esistente (e scoppiettante) Novogen (NVGN sul Nasdaq e NRT sul mercato Australiano). Marshall Edwards nasce a Sidney nel 2000 e si quota al Nasdaq tre anni dopo. Novogen, che rimane azionista della neonata compagnia, possedeva una vasta libreria di isoflavonoidi con possibili applicazioni in ambito oncologico. Uno di questi, chiamato Phenoxodiol, dopo aver dato segnali molto incoraggianti in fase 2, affronta uno studio registrativo che non verrà mai concluso. Alla prima analisi ad interim, con soli 142 pazienti arruolati su 340 previsti, lo studio chiamato OVATURE viene sospeso per futilità. Una sola risposta su 142 pazienti, il titolo crolla del 50%.

OVATURE era uno studio randomizzato ed in doppio cieco che investigava i possibili vantaggio dell’associazione di Phenoxodiol somministrato per via orale assieme ad un regime chemioterapico basato su carboplatino versus carboplatino e placebo in donne con carcinoma ovarico avanzato resistenti o refrattari al platino.

Il colpo è durissimo e l’immagine segnata, anche perché Marshall Edwards in pipeline aveva un secondo composto dalle caratteristiche che potevano essere accomunate a Phenoxodiol: NV 128.

 

 

“Owing to the fact that this trial was significantly underpowered due to the small number of patients enrolled, we were disappointed, but not entirely surprised by the final outcome,” said Dr. Daniel P. Gold, newly appointed Chief Executive Officer of Marshall Edwards. “However, we remain confident that our investigational isoflavone platform, including triphendiol, a potentially more potent, second-generation analogue of phenoxodiol, may be of benefit to women with ovarian cancer, particularly when administered intravenously.

“Previously reported results of a Phase 2 trial,” continued Dr. Gold, “which tested the activity of intravenous phenoxodiol plus weekly cisplatin in a similar platinum-resistant or refractory patient population, demonstrated a 30% response rate (6 out of 20) compared to less than 1% (1 out of 142) in the OVATURE study in which phenoxodiol was administered orally. In addition, we remain excited with the progress of another product candidate in our pipeline, NV-128, a novel isoflavone analogue with a mode of action distinct from both phenoxodiol and triphendiol.

 

 

Novogen distacca la compagnia e le vende l’intero asset di isoflavonoidi. Più o meno da qui finisce Marshall Edwards e comincia MEI Pharma.

La società si trasferisce completamente in USA, da un colpo di spugna a Phenoxodiol ed all’Australia. Mentre esaminano la libreria di composti ereditata da Novogen, due farmaci catturano l’attenzione della compagnia: ME 143 e ME 344. ME 143 è un analogo di nuova generazione di phenoxodiol, ME 344 ha invece una storia del tutto particolare, al punto che si può tranquillamente affermare che se ora si trova nella pipeline di MEI Pharma, lo si deve anche ad un colpo di fortuna.

Il farmaco in fase più avanzata della compagnia è comunque di recente acquisizione e arriva da Singapore, dalla smantellata S*Bio: si chiama Pracinostat ed è un HDAC inibitore. La pipeline ora è questa:

 

MEIP MEI Pharma pipeline

 

 

I farmaci, nel dettaglio, li passerò in rassegna in un prossimo futuro, oggi mi soffermo più che altro su ME 344, perché trovo che sia decisamente interessante a prescindere dall’efficacia, se si ragiona in termini di investimento. ME 344 è un inibitore mitocondriale il cui meccanismo d’azione è stato scoperto in modo piuttosto fortuito. In base alla collaborazione stretta tempo addietro con l’Università di Yale, il laboratorio del dipartimento di ginecologia ed ostetricia stava passando in rassegna i composti di MEI Pharma e si accorse che uno di questi, chiamato NV 128 si dimostrava attivo in un sottogruppo di cellule di tumore dell’ovaio resistenti alla chemioterapia. NV 128, come vedete dalla tabella che vi ho postato, è il precursore di ME 344. Il farmaco appartiene ad una classe di farmaci nella quale vengono riposte molte speranze per le future terapie contro il cancro, ossia quella destinata a colpire il metabolismo del tumore.

La base di partenza è semplice, le cellule neoplastiche hanno un metabolismo differente da quello delle cellule sane e quindi inibire enzimi espressi unicamente in ragione di questo fatto potrebbe produrre risposte elevate ed un profilo di sicurezza ottimale. Nel caso di MEI Pharma però non si è partiti dall’idea di bersagliare un particolare enzima, si è partiti dall’evidenza preclinica per spiegare il meccanismo d’azione. Se idealmente si potesse mettere una pietra miliare per delimitare Marshall Edwards da MEI Pharma, oltre al fallimento di OVATURE, un buon posto potrebbe essere questo colpo di fortuna.

Contrastare il meccanismo metabolico delle cellule tumorali non solo è una delle possibili strade da percorrere nella lotta al cancro, si da il caso che sia anche una delle più intriganti e che i primi effetti si siano già avvertiti, se non altro se si ragiona in termini di investimento.

La più avanzata piattaforma da questo punto di vista appartiene ad Agios che nel 2010, quando MEI Pharma ancora aveva il vecchio e vituperato nome, stringeva un accordo milionario con Celgene, ritoccato poi nel 2011:

 

Under the terms of the original agreement announced in April 2010, Agios received a $130 million upfront payment, including an equity investment. Agios leads discovery and early translational development for all cancer metabolism programs, while Celgene has an exclusive option to license any resulting clinical candidates at the end of Phase I, and will lead and fund global development and commercialization of some of the licensed programs. Agios retains development and commercialization rights for certain products in the United States. On all programs, Agios may receive up to $120 million in milestones as well as royalties on sales.

 

Questi 130 milioni sull’unghia oltre a potenziali 120 milioni per ogni programma e percentuali sulle vendite sono una montagna di soldi. Una montagna di soldi che spinge a chiedersi se MEI Pharma non possa un giorno meritare simili attenzioni.

MEI Pharma ha deciso di puntare su Pracinostat anche per alleviare la pressione sui farmaci del segmento isoflavonoide, ma la parte più interessante è in quelle fasi 1. Presto potremo commentare dati più interessanti, ma per ora l’attenzione va posta sull’HDAC inibitore e sul potenziale dei farmaci. MEI Pharma capitalizza solo 125 milioni di dollari e la scorsa settimana ha rafforzato la propria posizione finanziaria:

 

On April 4, 2013, MEI Pharma, Inc. (the “Company”) entered into an underwriting agreement (the “Underwriting Agreement”) with Stifel, Nicolaus & Company, Incorporated and Cowen and Company, LLC, as representatives of the several underwriters named therein (collectively, the “Underwriters”), relating to the issuance and sale of 2,030,000 shares (the “Shares”) of the Company’s common stock, par value $0.00000002 per share (“Common Stock”). The price to the public for the offering is $7.50 per Share. The Underwriters have agreed to purchase the Shares from the Company pursuant to the Underwriting Agreement at a price of $7.05 per Share. The net proceeds to the Company from this offering are expected to be approximately $14.1 million, after deducting underwriting discounts and commissions and estimated offering expenses payable by the Company. The offering is expected to close on or about April 10, 2013, subject to customary closing conditions.

 

La cifra va ad aggiungersi ai 27 milioni scarsi in cassa a fine 2012 e pone al riparo da spiacevoli sorprese nel breve periodo.

Seria candidata ad un ingresso nel portafoglio virtuale.