Piccolo intermezzo prima di parlare di LOXO, riguardo il crollo di Ignyta ($RXDX) di ieri. Come anticipato nell’articolo sulla compagnia di qualche giorno fa, Ignyta ha presentato i dati aggiornati di entrectinib all’ECC. Scrivevo questo:

[…] anche se in termini di ORR è difficile si possa sperare in qualcosa di meglio del 91%, quindi la reazione potrebbe non essere delle più ottimiste, dal punto di vista del mercato

E’ andata così? Vediamo i dati comunicati dall’azienda, al cut off del 15 agosto scorso e relativi a 92 pazienti trattati tra i due studi attivi (STARTRK-1 e Alka-372-001). Doverosa premessa: solo 9 soggetti hanno ricevuto il farmaco nel dosaggio identificato come il più idoneo per la fase 2 o superiore per oltre 6 mesi e solo uno per oltre un anno.

Iniziamo dalla tollerabilità, elemento che secondo alcuni avrebbe destato qualche preoccupazione. Fra gli eventi avversi più comuni, quelli di grado 3 sono risultati essere fatigue, diarrea e deterioramento cognitivo, non chiedetemi di che livello. Quest’ultimo aspetto ha creato qualche perplessità tra gli addetti ai lavori, anche se l’evento non può essere descritto come inaspettato, visto che già ad ASCO15 era stato riportato e, comunque, si tratta di una problematica che decade dopo l’interruzione del dosaggio di entrectinib. Non si è registrato nessun evento di grado 4 o superiore e fra tutti e due gli studi gli unici SAE registrati sono stati il già citato declino cognitivo e la miocardite, in ambo i casi di grado 3 ed a dosaggi superiori rispetto a quelli individuati per la fase 2. Anche per la miocardite è stato sufficiente ricorrere ad una modifica del dosaggio.

Ignyta ha determinato in 600mg/die per via orale la schedule ed il dosaggio migliore per condurre lo studio potenzialmente registrativo STARTRK-2. I dati sull’efficacia perciò sono relativi a quelli che saranno alcuni dei criteri per la realizzazione della fase 2, ossia presenza di riarrangiamento di geni NTRK1/2/3, ROS1 o ALK, pazienti naive a trattamento con ALK o ROS1 inibitori e pazienti trattati a dosaggi uguali o superiori a 600 mg. In tutto si parla di 18 soggetti.

Ecco come sono andate le cose:

  • il tasso di risposta generale è stto del 72% (quindi in declino rispetto al 91% del precedentemente aggiornamento)
  • 9 dei 13 pazienti sperimentano risposte durature fino a 21 cicli di trattamento mentre 3 pazienti continuano il trial con stabilizzazione della malattia
  • 3 dei 4 pazienti con riarrangiamento di NTRK1/2/3 hanno ottenuto una risposta, il quarto ha ottenuto una stabilizzazione della malattia.
  • Una risposta completa e 5 parziali su 8 soggetti ROS1+ e tumore al polmone non a piccole cellule (fra queste anche la più rduratura, quella di 21 mesi)
  • quattro risposte su 6 pazienti ALK+.

Qui il dato meno convincente, dato che dei 4 rispondenti 2 hanno manifestato poi una progressione della malattia e che ALK è il più validato dei target ai quali si rivolge entrectinib. In questo caso, si veniva da un dato precedente del 100% (2 su 2).

Questo è quanto si può evincere dalla comunicazione della società. Il 30 settembre si potrà avere accesso ulteriore materiale su cui ragionare.

Per il momento, detto che non vedo problemi di tollerabilità e che l’unica pecca dei dati, per quanto concerne l’efficacia, è un modesto contributo verso pazienti che presentano riarrangiamento di ALK, mi viene da pensare che in effetti, il problema sia solo che si è partiti da un ORR del 91%. Ah, c’è poi quella terribile tempesta sui mercati e sul settore…