“Minutes seem like days
Since fire ruled the sky
The rich became the beggars
And the fools became the wise”

–  Skeleton of Society, Slayer.

Visto che il tempo è sempre più un lusso che non mi è concesso e che gli impegni invece si moltiplicano, rispolvero l’articolo basato sulle vostre missive. Lo faccio in un periodo particolarmente caldo poiché ci sono novità su due compagnie profondamente seguite in Italia: Molmed e CTI Biopharma, meglio conosciuta come Cell Therapeutics. Se sapete di cosa sto parlando, vi lascio immaginare il tono delle mail che ricevo. Oh, oggi cominciamo da Molmed, con una piccola introduzione.

L’articolo doveva andare in stampa giovedì, ma una persona mi ha caldamente consigliato di attendere qualche ora. Stamane arriva la mail della società riguardo l’accordo con GSK. Non cambia sostanzialmente molto, ma per la completezza dell’articolo dar retta a quella persona è stato decisamente un bene.

Molmed, evento binario da manuale.

Molmed, mentre vi scrivo, quota poco meno di 0,34 euro. Non so se lo 0,33 di qualche giorno fa sia un minimo storico o meno, ma indipendentemente da ciò il livello è estremamente compresso verso il basso. Motivo di tale calo è sostanzialmente questa notizia:

– Il Consiglio di Amministrazione di MolMed S.p.A. (“MolMed” ovvero la “Società”), riunitosi in data odierna, ha determinato le condizioni definitive dell’aumento di capitale deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 23 febbraio 2015, in esecuzione della delega conferitagli ai sensi dell’art. 2443 c.c. dall’Assemblea Straordinaria in data 3 marzo 2014 (l’“Aumento di Capitale”). In particolare, l’Aumento di Capitale avrà luogo mediante emissione di massime n. 187.311.408 nuove azioni ordinarie prive dell’indicazione del valore nominale, aventi le stesse caratteristiche delle azioni ordinarie MolMed in circolazione alla data di emissione delle azioni e godimento regolare, da offrire in opzione agli azionisti della Società nel rapporto di n. 4 nuove azioni, ogni 5 azioni ordinarie possedute, ad un prezzo di emissione pari a Euro 0,2660 per azione (di cui Euro 0,0471 da imputarsi a capitale e il restante a titolo di sovrapprezzo), per un controvalore complessivo pari a massimi Euro 49.824.834,53. Il prezzo di emissione delle nuove azioni offerte è stato determinato sulla base dei criteri determinati dal Consiglio di Amministrazione della Società del 23 febbraio 2015, applicando uno sconto del 30,1% sul prezzo teorico ex diritto (c.d. Theoretical Ex Right Price – TERP) delle azioni ordinarie MolMed calcolato sulla base del prezzo di chiusura di Borsa del 3 marzo 2015, pari a Euro 0,4720. È previsto che i diritti di opzione validi per la sottoscrizione di azioni MolMed di nuova emissione, siano esercitabili, a pena di decadenza, dal 9 marzo 2015 al 27 marzo 2015, estremi inclusi (il “Periodo di Offerta”). I diritti di opzione saranno inoltre negoziabili in Borsa dal 9 marzo 2015 al 23 marzo 2015, estremi inclusi.

Tralasciando le considerazioni sulla possibilità di investire nei diritti senza necessariamente aderire all’aumento di capitale, l’emissione di nuove azioni e la concomitante richiesta di approvazione della terapia TK, ora conosciuta come Zalmoxis, fanno di Molmed un candidato ideale per un investimento binario. Con qualche piccola raccomandazione, come in tutti i casi.

Tanto per cominciare, qualche breve indicazione per chi non fosse pratico di investimenti binari in Europa. Rispetto a quanto accade con FDA, dal punto di vista delle tempistiche qui siamo su un altro pianeta ( e fino a qualche mese fa era peggio). Scordatevi una data certa, il meccanismo che porta all’evento binario è fatto di stop e ripartenze, quindi si può solo fare una stima. Anche la natura dell’evento binario è diversa e questa è una differenza da imprimere bene nella memoria: se in USA quel che conta è l’approvazione dell’ente, in Europa questo aspetto è poco influente, quel che conta è il parere del CHMP, il comitato che valuta i farmaci.

Veniamo al caso di Molmed. Come investimento binario, i principali ingredienti sono la recentissima emissione e la richiesta di approvazione presentata a marzo 2014 presso EMA per Zalmoxis. L’idea di investimento è quindi quella di un ingresso sfruttando l’attesa per il responso di EMA, facendo leva sul fatto che praticamente tutte le possibili brutte notizie sono già alle spalle. L’altro programma di Molmed, legato al VTA NGR-hTNF è praticamente sotto terra dopo il fallimento in fase 3 nel mesotelioma e nella fase 2 nel carcinoma ovarico, quindi non dovrebbe più essere un fattore negativo ma, anzi, per motivi che spiegherò dopo, potrebbe essere un bonus. L’attività di GMP è incanalata positivamente e fornisce una discreta diversificazione delle attività. La cassa è a posto e, altro motivo che potrebbe costituire un bonus, sufficiente per acquisire un programma che sostituisca NGR-hTNF. Probabilmente, per un ingresso, sarebbe più opportuno attendere il termine dell’aumento di capitale, ma nel complesso non credo cambi molto la sostanza.

Paolo ed altri lettori mi hanno chiesto circa l’opportunità di questa operazione, circa le tempistiche per Zalmoxis e circa il futuro di Molmed. L’ultima domanda è la più complicata, la prima quella a cui è più semplice rispondere, ed infatti inizio da qui: si, Molmed ha fatto bene, tuttavia sbagliando le tempistiche (e non di poco). Dopo la comunicazione del fallimento della fase 3 NGR015, studio potenzialmente registrativo di NGR-hTNF nel trattamento del mesotelioma, il titolo ha cominciato una lenta e graduale discesa. Da qualsiasi punto di vista si voglia guardare la situazione, il momento migliore per fare un aumento di capitale significativo è prima del rilascio dei dati della fase 3. Molmed qualcosa fece, ma con un importo nettamente inferiore a quello che chiede in questi giorni al mercato. Si parla di circa un anno fa e per chi ha buona memoria, in quel periodo scrissi delle scene di follia che si verificarono e della possibilità di investire su quel panico in modo proficuo. Anche in quel caso ipotizzai un investimento binario ed allora la tesi si dimostrò esatta. Se avete voglia di rileggere quell’articolo, per fare un salto indietro nel tempo di un anno, non dovete fare altro che cliccare qui.

Oggi vi propongo lo stesso tipo di investimento, con qualche certezza in più, ma sostanzialmente con le stesse convinzioni di allora. E due bonus.

Il primo riguarda TK, o Zalmoxis, se preferite. Anzi, dimenticatevi di TK. Credo di non esagerare dicendo che un terzo delle mail riguardo Molmed sono figlie di un errore di interpretazione. Quando scrivo TK mi riferisco a due cose distinte: una è la terapia di Molmed, l’altra è l’acronimo in inglese di tirosichinasi. Se parlo bene o male di un TK inibitore o se leggete di TK inhibitors in rete, non si parla di Molmed. Tornando a noi, primo bonus: c’è ancora in ballo la designazione a Breakthrough Therapy. Molmed ne parla pochissimo, ma le intenzioni erano di perseguire sulla strada già tentata ed ora credo che la compagnia italiana possa avere in mano una mole maggiore di dati, magari anche riguardanti il braccio di controllo di TK008 (lo studio registrativo). Questo aspetto, unitamente al fatto che ad ASCO portino dati aggiornati della fase 3, costituisce un possibile upside di un certo interesse, più che altro per mettere in luce la compagnia e dar lustro ad una tecnologia che avrebbe applicazioni molto più redditizie.

Secondo bonus: NGR-hTNF. Per quanto possa sembrare assurdo, esiste ancora la possibilità che Molmed giochi la carta della disperazione, ossia provare a chiedere l’approvazione sulla base dei dati di un sottogruppo di pazienti ricavato da NGR015. Dopo aver presentato i dati allo scorso ASCO, è evidente che la pretesa iniziale di Molmed, cioè di aver identificato pazienti che potrebbero rispondere al trattamento, sia basata sostanzialmente sul nulla o, meglio, su una costruzione con inesistente validità dal punto di vista clinico e statistico. Se da una parte la società ha detto di aver pianificato l’analisi, si è scordata di dire che i pazienti non erano stati stratificati per quel fattore (la durata della risposta al precedente trattamento) ne ha fatto menzione del fatto che la soglia sotto la quale il dato diventa statisticamente significativo non è stata fissata inizialmente. Detto questo, non sarebbe la prima società a provarci comunque. Dopo tutto, la decisione sta al management e le spese non le pagano certo di tasca propria. Se Molmed seguisse questa strada, di certo il mercato apprezzerebbe.

Torniamo alla questione binaria. Uno dei fondamenti di questo tipo di trading è che va conosciuta la scadenza, ossia quando l’evento si manifesterà. Quando Molmed presentò la richiesta, ipotizzai un verdetto del CHMP per 2q15. Alla luce del fatto che probabilmente rispondere alla LoQ del 120° giorno sta richiedendo più tempo, sposterei l’evento di almeno un trimestre. Fra le cmpagnie che richiedono una MAA, è abbastanza diffusa la prassi di non comunicare dettagli circa il percorso della procedura. Rispetto a qualche anno fa, tuttavia, gli nvestitori possono contare su un arma in più: l’adozione da parte del CHMP di un’agenda pubblica. Queste considerazioni, unitamente al fatto che ritengo assi probabile un’approvazione per la terapia di Molmed, ci danno un margine di tempo sufficiente per far si che il titolo ritorni a quotazioni più consone ad una compagnia con una fase 3 in corso.

Ultimo aspetto, il futuro di Molmed. Per cominciare, si passa dalla notizia di oggi:

 

MolMed S.p.A. (MLM.MI) annuncia di aver firmato un accordo strategico con GlaxoSmithKline (GSK) in base al quale MolMed fornirà servizi di sviluppo, produzione e trasferimento tecnologico finalizzati alla applicazione clinica di terapie geniche basate sulla trasduzione cellulare con vettori virali. L’accordo prevede la messa a disposizione da parte di MolMed del proprio expertise di sviluppo di processo e delle proprie competenze e capacità produttive per la produzione di vettori virali e per la trasduzione cellulare. Il contratto firmato tra le due aziende prevede per MolMed ricavi per un ammontare minimo di € 34 milioni, in forma di upfront, milestones e fornitura di servizi, nei prossimi 5 anni. In particolare, GSK corrisponderà a MolMed nel corso dei 12 mesi successivi alla data di sottoscrizione un ammontare relativo all’upfront e alle milestones pari a circa € 6 milioni.

 

Il futuro di Molmed non può prescindere da questo servizio, per due motivi: il primo è che la compagnia ha i mezzi per essere protagonista, il secondo è che la stessa fa una enorme fatica a sviluppare farmaci che la rendano profittevole. Non conta ai fini dell’investimento binario, tuttavia ancora non è chiaro quanto possa essere il mercato di Zalmoxis, ne quanto costerà il trattamento. Ma anche da qui si passa. Molmed può sfruttare le proprie competenze ed i propri punti di forza e deve farlo ora. Il modo migliore è scegliendo un nuovo programma che sostituisca quello dei VTA. Un esempio da seguire, l’ho detto più volte in passato, dovrebbe essere quello di Bellicum (BLCM). Anche perché la compagnia si lamenta della scarsa utilità di una quotazione nel nostro paese per una biotech, ventilando l’ipotesi di uno sbarco su altri mercati. Hanno ragione, e questo è confermato dal fatto che alcune delle small cap italiche più interessanti siano quotate in USA o non lo siano da nessuna parte (qualche nome? Gentium, Newron ed EOS). Però per sbarcare su lidi favorevoli serve qualcosa di succulento da proporre. Immaginate una terapia basata sull’ingegnerizzazione delle cellule T con un recettore chimerico anti-EGFRvIII (ma giusto per fare un nome…) con un meccanismo di suicidio controllato come quello di Zalmoxis. Non male direi.