Se ricordate la tesi sulla quale si basava l’investimento in Exelixis non farete fatica a comprendere quanto sia inopportuna e drammatica la notizia diffusa poche ore fa: COMET-1 è fallito. Non è una notizia sorprendente, come ben sapete, visto che si è verificato quanto temevo e quanto ho scritto in precedenza, ossia che lo studio fosse privo della necessaria potenza per mostrare un vantaggio in termini di sopravvivenza. Cabozantinib, o Cometriq come si chiama ora, ha permesso di vivere circa un mese più a lungo rispetto al solo prednisone, ma il dato non è statisticamente significativo, quindi studio fallito. Vediamo i dettagli:

Exelixis, Inc.(NASDAQ:EXEL) today announced top-line results from the final analysis of COMET-1, the phase 3 pivotal trial of cabozantinib in men with metastatic castration-resistant prostate cancer (mCRPC) whose disease progressed after treatment with docetaxel as well as abiraterone and/or enzalutamide. The trial did not meet its primary endpoint of demonstrating a statistically significant increase in overall survival (OS) for patients treated with cabozantinib as compared to prednisone. The median OS for the cabozantinib arm of the trial was 11.0 months versus 9.8 months for the prednisone arm (hazard ratio 0.90; 95% confidence interval 0.76 – 1.06; p value 0.212).

The COMET-1 results are the subject of ongoing analyses. Exelixis will submit additional data, including secondary and exploratory endpoints, for presentation at a future medical conference. Besides OS, the exploratory endpoint of progression-free survival (PFS) as assessed by the investigators is the only time-to-event-based endpoint for which data are available. Median PFS was 5.5 months for the cabozantinib arm of the trial versus 2.8 months for the prednisone arm (hazard ratio 0.50; 95% confidence interval 0.42 – 0.60; p value <0.0001). Safety data were consistent with those observed in earlier-stage trials of cabozantinib in mCRPC.

Come potete leggere qui sopra, i pazienti che hanno ricevuto Cometriq hanno riportato una sopravvivenza mediana di 11 mesi contro quella di 9,8 mesi riportata dal gruppo di controllo, cioè i pazienti ai quali è stato somministrato prednisone. Il dato è comunque statisticamente non significativo, il che significa che il castello è crollato, che la cometa si è schiantata al suolo. Primo risultato del fallimento, l’annuncio del taglio del 70% della forza lavoro, formalmente come manovra di ristrutturazione per dedicare gli sforzi futuri verso gli altri studi registrativi in corso (METEOR e CELESTIAL, rispettivamente studi registrativi che coinvolgono pazienti affetti da tumore ai reni ed al fegato). A dirla fuori dai denti, fanno le spese di una gestione dello studio sbagliata oltremodo le persone che meno ne hanno colpa, ma questo è un altro discorso.

Seconda conseguenza, il programma sul carcinoma prostatico viene terminato. Buona scelta, responsabile, ma non cancella gli errori commessi con i due studi registrativi targati COMET.

Terza conseguenza, ancora da quantificare, all’apertura dei mercati oggi Exelixis sarà pesantemente rossa. Quanto? Difficile dirlo, ma è evidente che il colpo è solo in parte mitigato dall’enorme crollo già verificatosi in occasione della notizia del mancato stop per efficacia dello stesso studio.

La compagnia ha annunciato di essere in grado di arrivare tranquillamente all’appuntamento con il prossimo evento potenzialmente registrativo, ossia i dati della fase 3 METEOR previsti per il prossimo anno. Io non credo a queste affermazioni per principio, trattandosi di Exelixis. In cassa dovrebbero avere circa 350 milioni di dollari, contro i 415 dello scorso capodanno, il che rozzamente significa una spesa presumibile di 130 milioni/anno. Lo stop al programma legato al carcinoma prostatico e la riduzione della forza lavoro non incideranno in modo drammatico (chiaramente mi esprimo ad eufemismi), quindi è più che lecito dubitare delle affermazioni del CEO Morrisse.

Based on the outcome of COMET-1, Exelixis has deprioritized the clinical development of cabozantinib in mCRPC. Enrollment in COMET-2, which is the second pivotal trial in mCRPC and evaluates pain palliation, has been halted. The company expects top-line data before the end of this year. Based on the outcome of COMET-2, Exelixis will discuss with regulatory authorities the potential regulatory path, if any, of cabozantinib in mCRPC. Other company-sponsored studies in mCRPC, including a randomized phase 2 study of cabozantinib in combination with abiraterone, will also be halted.

Questo dal punto di vista dei risultati dello studio e della compagnia, ma da quello degli investitori?

Iniziamo facendo un po’ di ordine e qualche premessa.

Due sono gli assetti principali di Exelisis, segnatamente Cometriq e Cobimetinib. Agli antipodi gli esiti delle loro ultime fasi 3, stante il fallimento di COMET ed il successo di CoBRIM. Questi eventi, se ben ricordate, sono in linea con le ipotesi che avevo fatto tempo fa, ipotesi che mi avevano convinto a vendere metà della mia posizione dopo i risultati preliminari e positivi di CoBRIM, ipotizzando che i dati rispetto ai quali ero scettico (cioè quelli di cui stiamo parlando oggi) sarebbero arrivati ad ottobre. Ora, la mia previsione in merito al rilascio dei dati di COMET-1 si è rivelata sbagliata di circa un mese, punendo il rischio che mi ero assunto nel tenere metà della posizione in vista di ESMO14, evento nel quale Roche avrebbe riportato maggiori dettagli rispetto allo studio sul melanoma. Che fare ora?

Per chi è dentro o per chi vuole entrare ora, la situazione è semplice: CoBRIM ed i suoi dati verranno discussi il 29 settembre:

LBA5_PR – Phase 3, Double-Blind, Placebo-Controlled Study of Vemurafenib
Versus Vemurafenib + Cobimetinib in Previously Untreated BRAFV600
Mutation–Positive Patients With Unresectable Locally Advanced or Metastatic
Melanoma (NCT01689519)

L’appuntamento è alle ore 16 a Madrid e si tratta ovviamente di un evento binario in piena regola, quindi chi volesse fare un giro su Exelixis potrà trovare un biglietto ad un costo decisamente contenuto, magari dopo che la tempesta sul mercato azionario si sarà placata. Per chi volesse mediare la propria posizione, vale la stessa regola. Io ho intenzione di riprendere le azioni vendute qualche settimana fa, al momento credo che il peggio sia alle spalle e che il rischio maggiore sia quello di dati negativi su EXAM, anche se prevedo un impatto limitato anche in caso di esito funesto.

Mi permetto di riprendere la valutazione fatta al tempo del rilascio della notizia riguardo l’analisi ad interim di COMET-1.



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Dalla cifra di 8$ circa, cioè del valore potenziale del titolo comprensivo di tutte le indicazioni più significative, i primi due valori vanno depennati, inoltre va aggiustato anche il contributo della cassa. Ritengo sia il caso di lasciare invariato tutto ciò che riguarda il discorso legato ai costi, perché come dicevo prima la “cura” proposta del CEO è semplicemente ridicola e penalizza unicamente il personale che si ritrova senza un posto di lavoro. Fatto questo aggiustamento, ritengo che i 4 dollari siano ancora alla portata della compagnia, ma la prudenza suggerisce di fare affidamento solo su Cobimetinib e, per quanto riguarda l’approvato Cometriq, sulle indicazioni nelle quali sia la mutazione o l’iperespressione di RET a giocare un ruolo importante nella malattia.

In poche parole, mediare ed attendere i dati di Cobimetinib.