Exelixis (EXEL) ha annunciato l’intenzione da parte di Roche/Genentech di dare il via a due nuovi studi che coinvolgeranno Cobimetinib, MEKi i cui diritti sono stati ceduti nel lontano 2006 e che si trova attualmente in fase 3 nel trattamento del melanoma. Tre sono gli studi al via e 3 sono i farmaci con i quali verrà testato Cobimetinib:

  • MEHD 7945A, anticorpo anti-HER3/EGFR per il trattamento di tumori solidi con mutazione KRAS
  • Onartuzumab, cMET inibitore per il trattamento di tumori solidi in fase avanzata (in questo studio Onartuzumab sarà testato con vemurafenib con o senza Cobimetinib)
  • MPDL 3280A, anticorpo anti-PDL1 per il trattamento di tumori solidi in fase avanzata o metastatica.

Sebbene tutte e 3 le possibili combo siano intriganti, quella che più mi interessa (dal punto di vista dell’investitore) è quella con MPDL 3280A. Una decina di giorni fa lessi una nota interessante riguardo la sinergia, dimostrata a livello pre-clinico, fra anti-PDL1 e MEK inibitori, cosa che potrebbe sembrare un controsenso, visto il carattere immunosoppressivo mostrato dai MEK inibitori. In modelli murini (presentati al meeting annuale della Society for Immunotherapy of Cancer) si è giunti al 60% di risposte complete impiegando in combinazione i due farmaci con dosaggi opportunamente modificati dimostrando che una terapia così fatta non solo è possibile, ma comporta benefici maggiori rispetto all’impiego dei singoli farmaci.

pdl1 cobimetinib 0973 mekVi ho ripetuto fino alla nausea quanto sarà importante l’immuno-oncologia nel futuro e di come le aziende dovranno adattarsi a far parte del gioco o rassegnarsi a fare una fine ingrata. Exelixis ha un asso nella manica non indifferente, ossia la possibilità di esercitare l’opzione di co-sviluppo per Cobimetinib negli Stati Uniti. Diventerebbe socia di Roche.

Cndizione fondamentale perché questo avvenga:

As a condition to exercise the co-promotion option, we must have the capability to co-promote, including an adequate internal sales and promotional infrastructure, and an experienced internal oncology sales force. 

Exelixis deve avere la capacità di promuovere e vendere il farmaco, ma non ha più molto tempo per decidere se esercitare questa opzione, visto che la scadenza dei termini è fissata al termine di 365 giorni dopo l’arruolamento del primo paziente in fase 3 di Cobimetinib, evento verificatosi lo scorso gennaio:

Exelixis received notice from Genentech in January 2013 that the first patient was dosed in a phase 3 pivotal trial (coBRIM) evaluating vemurafenib alone or in combination with cobimetinib in previously untreated patients with malignant melanoma harboring the BRAFV600 mutation. This study is ongoing and currently enrolling globally.

 

Siamo a fine novembre e le capacità di vendita di Exelixis possono essere messe in dubbio, così come la volontà di perseguire l’ipotesi di co-sviluppo del farmaco, visto che per il 90% del tempo la compagnia parla di Cabozantinib. Date uno sguardo ad una loro conferenza, ve ne renderete perfettamente conto. Può l’impiego di Cobimetinib rendere Exelixis attraente nei confronti di Roche?

Questa è la stipula fra le due società:

Under the terms of our agreement with Genentech, we are entitled to an initial equal share of U.S. profits and losses for GDC-0973 (XL518), which will decrease as sales increase, and will share equally in the U.S. marketing and commercialization costs. The profit share has multiple tiers–we are entitled to 50% of profits from the first $200 million of U.S. actual sales, decreasing to 30% of profits from U.S. actual sales in excess of $400 million. We are entitled to low double-digit royalties on ex-U.S. net sales. We also have the option to co-promote in the United States. The co-promotion option would allow us to provide up to 25% of the total sales force for GCD-0973 (XL518) in the United States. We must exercise the co-promotion option within 12 months of receiving notification of first patient dosed in first phase 3 clinical trial of GDC-0973 (XL518).

 

Come si può notare, più le vendite aumentano e meno Exelixis guadagna. Sotto i 200M$ i profitti sono divisi in modo equanime, sopra i 400M$ si passa al 30% di profitti per la small cap. Indipendentemente da come vada a finire il discorso dell’opzione di co-sviluppo, ad Exelixis potrebbero arrivare dei bei quattrini, detto in termini tecnici. Il farmaco dovrebbe attestarsi a livelli di costo simili a quelli del principale concorrente, ossia Mekinist di GSK, per un valore vicino ai 40,000 dollari in USA e di circa 25 000 dollari fuori dai loro confini. Risulta piuttosto chiaro che rispetto all’idea iniziale, ossia che l’impiego del farmaco potesse essere limitato essenzialmente al trattamento del melanoma, ulteriori indicazioni potrebbero espanderne l’utilizzo e di conseguenza il mercato da aggredire.

MPDL 3280A è attualmente coinvolto in un numero interessante di sperimentazioni, sia in ambito oncologico che in quello ematologico. Essendo Avastin uno dei farmaci di punta di Roche, è naturale che MPDL 3280A sia testato con il VEGFRi e per la precisione in una fase 2 in pazienti con carcinoma renale. L’indicazione è attualmente perseguita anche da Exelixis con Cabozantinib/Cometriq, un TK inibitore sporco che potrebbe essere impiegato sia con Cobimetinib che con MPDL 3280A, anche se indicazioni in tal senso ancora non se ne vedono.

Potrebbe Roche quindi essere interessata ad acquisire Exelixis? Difficile a dirsi ma è chiaro che l’interesse verso Cobimetinib stia crescendo a dismisura e che un probabile successo nella fase 3 coBRIM possa portare la partnership ad un livello ancora più elevato.  Cabozantinib sta seguendo in percorso del tutto indipendente ed al momento non è un fattore in tal senso.

Exelixis potrebbe portare avanti un tentativo di vendita facendo forza sull’attuale contratto riguardo Cobimetinib. Che il management di Exelixis voglia vendere non è un mistero, così come non sembra esserlo il fatto che Roche voglia puntare sul MEKi per aumentare le possibilità di riuscita nella lotta senza quartiere per stabilire il futuro primato nel campo dell’immunoterapia, oltre che in un numero interessante di altre indicazioni.

La strada è ancora lunga, ma come spesso accade la parte più difficile è fare il primo passo.