Non mi riferisco alla quotazione, ma Curis riporta interessanti novità durante l’ultima conference call. La prima è una inevitabile conseguenza del fatto che, Exelixis a parte e per il momento, gli HSP90 inibitori non se la passano bene. Debiopharm ha concluso, dopo aver testato Debio 0932 in diverse combinazioni, che il gioco non vale la candela. Curis ora si aspetta che i diritti del farmaco le ritornino indietro, evento che generalmente viene apprezzato dal mercato. Il management ha fatto sapere di aver già qualcosa in mente per Debio 0932, con particolare riferimento alla mastocitosi (accumulo di mastociti in uno o più organi) ed al glioblastoma multiforme. Non ho mai attribuito alcun valore al programma, continuo a non farlo ora. E’ possible tuttavia che Curis riesca a trovare nuovamente un partner per Debio 0932, quindi tendo a considerare il programma un bonus, fintanto che questo rimanga confinato ai limiti degli interessi di Curis.

Più centrale deve essere il ruolo di CUDC-907, che al momento (stante il ritardo accumulato per CUDC-427 a causa dell’hold di FDA) rimane il programma di punta della compagnia. Interessanti i primi dati relativi alla fase 1 in corso, trial a dosaggio scalare ed a schedule con diversa frequenza di somministrazione del farmaco in monoterapia. I primi dati diffusi riguardano 8 pazienti valutabili affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) e dimostrano che il trattamento ha potuto generare una risposta completa, due risposte parziali e quattro stabilizzazioni della malattia, per un tasso di controllo dell’87%. Mancando dettagli riguardo i pazienti ed i dosaggi ed essendo scarso il numero dei pazienti, mi limito a definire tali dati molto interessanti. La fase 1 si trova ora nella fase di espansione e Curis ipotizza di chiudere l’arruolamento dello studio ad inizio 2015, fornendo dati più completi entro la metà del 2015. La stima è attendibile, a mio modo di vedere. Ad oggi sono 41 i pazienti arruolati e 10 di questi ancora facenti parte dello studio.

Un aspetto che è stato poco affrontato nella conference call ma che è apparso nella PR diffusa prima del meeting è che un paziente affetto da mieloma multiplo è attualmente in terapia con CUDC-907 e lo è da 22 mesi. Sebbene la notizia praticamente sia priva di un contesto, mancando i dati di altri pazienti nella stessa indicazione, è particolarmente intrigante, se non altro per il fatto che il mieloma multiplo è una delle poche indicazioni per le quali i nuovi agenti immunoterapici mostrano pochissima attitudine. Nei giorni scorsi Bristol-Myers Squibb ha riportato i dati relativi all’impiego dell’osannato nivolumab in 27 pazienti affetti da mieloma multiplo: nessuno di questi ha registrato una risposta di alcun genere.

Poche parole su CUDC-427, pazienti arruolati per la porzione scalare dello studio, Curis pronta ad iniziare la fase espansiva nell’immediato futuro. In sostanza, primi dati in arrivo fra non molto.

Capitolo Erivedge. Vendite stabili, dopo una notevole accelerazione riscontrata nel secondo quadrimestre 2014, principalmente realizzate in USA. Dell’intero ammontare infatti circa 2/3 sono riconducibili agli States, questo principalmente a causa del fatto che in Europa ed Australia il farmaco è stato approvato dopo. De le conseguenze: in primo luogo si tratta di costruire un mercato anche in questi territori, in seconda battuta in molti stati europei si sta ancora discutendo del rimborso del trattamento con le singole autorità. Curis si è sbilanciata poco o nulla in merito a quali indicazioni stia perseguendo Roche riguardo l’Hh inibitore. Due le strade più interessanti: il BCC e la fibrosi polmonare idiopatica (IPF). Nel primo caso si tratta di ampliare il mercato che già stanno aggredendo rivolgendosi a forme meno gravi e più comuni di carcinoma baso-cellulare, nel secondo presumibilmente di accoppiare al futuro blockbuster Esbriet, farmaco che Roche ha ottenuto pagando una notevole somma di danaro per acquistare Intermune. Non è chiaro quando lo studio ripartirà, ma ritengo difficile ipotizzare che si parta prima della fine dell’anno.

Più interessante il discorso legato ad uno studio nel quale Erivedge è stato somministrato a pazienti affetti da leucemia mieloide acuta o sindromi mielodisplastiche. Tempo fa twittavo questo:

 


Scrissi anche a Roche per avere conferma della mia ipotesi ma la risposta fu delle più evasive. Curis ha chiarito il tutto: in base ai risultati preliminari il programma non meritava uno sviluppo, secondo gli standard interni di Genentech. Forse avrei dovuto chiedere direttamente a questi ultimi, dato che chiaramente hanno un rapporto diverso con Curis rispetto a quello che ha la casa madre. E’ Genentech, tanto per fare un esempio, che fornisce guidances sulle vendite di Erivedge alla small cap che ha inventato il farmaco.

La cassa risulta ammontare a 56 milioni, sufficienti per arrivare comodamente al 2016, superando senza difficoltà un 2015 che sembra poter essere un anno promettente per Curis, in base a quello che ci è dato sapere. Lo so, lo avevo detto anche per il 2014 ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. C’è qualcosa di diverso nell’aria tuttavia: adesso il loro sito internet funziona. Eureka!