Ho perso il conto delle mail che ho ricevuto riguardo Cell Therapeutics, compagnia che mantiene un seguito enorme nel nostro paese. Non si può rimanere indifferenti verso la creatura di James Bianco (CEO della compagnia, per chi non avesse familiarità), o la si ama o la si odia. A dire il vero c’è una terza possibilità, nella quale mi ritrovo pienamente: chi ha con l’azienda di Seattle un rapporto di amore e odio.

Oggi spero di dar risposta a tutte le domande che mi sono state fatte riguardo la salita imperiosa della quotazione del titolo che fino a non molto tempo fa se ne stava adagiato attorno al dollaro, oggi fa il filo ai quattro biglietti verdi.

Il motivo di tutto ciò? In un modo o nell’altro, tutto ruota attorno a Pacritinib.

Prima domanda e prima risposta: Cell Therapeutics non entrerà nel portafoglio biotech ora. Ho mancato l’ingresso nel momento in cui si è creato un punto vantaggioso in base alla regola #2 di CK, ossia quando in seguito ad emissione di nuove azioni il titolo è schizzato in alto. Come ho avuto modo di dire in occasione dell’ultimo articolo nel quale mi sono occupato dell’accordo con Baxter riguardo i diritti di Pacritinib, l’emissione era finalizzata e qualcuno lo sapeva. Non sto sconsigliando l’ingresso a questi livelli, chi mi conosce sa che su Cell Therapeutics non consiglio ne di comprare ne di vendere, vi dico la mia, il resto sta a voi.

Seconda domanda ricorrente: come mai è salita tanto senza notizie? La risposta non dovrebbe essere così stupefacente, anzi. Cell Therapeutics ha sfornato una serie enorme di notizie e l’aspetto più interessante è che questa volta le notizie sono importanti e non solo fumose press release con molto condimento e poca sostanza. La madre di tutte le news rimane quella dell’accordo con Baxter riguardo Pacritinib ma, in ordine di importanza, abbiamo anche la rimozione del blocco alla sperimentazione di Tosedostat, il via libera concesso dal NICE (ente regolatore della Gran Bretagna) al rimborso di Pixuvri ed il ritorno dei diritti di Opaxio e pixuvri nelle mani di James Bianco.

jakafi pacritinib momelotinib fedratinib scala di beneficio

La foto è presa dall’ultimo ASH ed esprime in modo sintetico una serie di benefici legati al trattamento della mielofibrosi. Pacritinib (quadrato azzurro) non si differenzia in modo marcato dalla concorrenza sotto nessun aspetto, ma per molti versi è al pari dei più quotati momelotinib e jakafi. Nota importante, Fedratinib non è più della partita, ma andrà aggiunto in futuro anche Imetelstat di Geron (GERN).

Quanto vale Pacritinib?  Il farmaco è uno JAK/FTL3 inibitore e si trova al momento coinvolto in due fasi 3 nel trattamento della mielofibrosi. Lo studio PERSIST-1 è quello che per primo darà dei risultati ed è, paradossalmente, quello meno interessante dei due. Il trial vede arruolati pazienti senza una particolare limitazione costituita dalla conta piastrinica dei pazienti e vedrà una randomizzazione atta a confrontare il farmaco con la miglior terapia disponibile ad eccezione del principale concorrente: Jakafi di Incyte (INCY). Sebbene lo studio non preveda il confronto diretto con Jakafi (o Jakavi, a seconda di che sponda dell’oceano atlantico occupiate) sarà possibile per la prima volta un confronto con un certo senso dei due farmaci in termini di riduzione dei sintomi della malattia. Si tratta del primo importante evento binario, è previsto per la seconda metà dell’anno e questo singolo aspetto, tradotto in quotazione, potrebbe da solo valere 2,1$ nel mio personale modello di valutazione.

PERSIST-2 è invece lo studio che punta ad occupare un posto di nicchia nel mercato rispetto al quale Jakafi fa fatica a penetrare, quello dei pazienti con conta piastrinica inferiore a 100.000 unità per μL e vede direttamente il confronto con Jakafi. Qui i tempi sono più lunghi (dovrebbe iniziare a breve) ed il rischio è maggiore ma, fortunatamente per gli azionisti, se ne parlerà fra un bel po’ di tempo (direi che si parla di possibile approvazione per il 2016). Al momento non attribuirei nessun valore all’indicazione, quindi sto facendo una stima conservativa, per quello che può valere.

Dove giace il valore maggiore del farmaco tuttavia, come ho avuto modo di dirvi tempo fa, è nella possibilità che il farmaco sia attivo nel trattamento dei tumori solidi, proprio come sembra indicare Jakafi con i dati ottenuti nel tumore al pancreas. A questo punto occorre fare una minima precisazione, che tuttavia è d’obbligo: Jakafi è il primo ed unico esempio finora di dati positivi in tumori solidi ed il meglio lo ha dato in pazienti individuati attraverso un biomarker. Cell Therapeutics e Baxter non hanno attualmente ne i dati ne il biomarker, per questo motivo pongo l’accento sul fatto che il valore è potenziale.

Pacritinib verrà presto testato anche nel trattamento della leucemia mieloide acuta (AML). Il principio che sta alla base di questo sforzo risiede nella capacità del farmaco di inibire la proteina FLT3. Recentemente un’altra small cap, Ambit (AMBI) ha dimostrato che inibire FLT3 in soggetti con leucemia mieloide acuta ed in presenza di FLT3 mutato può produrre effetti notevoli. Cell Therapeutics, Baxter o comunque chi vorrà tentare questa strada, dovrà prendere in considerazione l’ipotesi di identificare le mutazioni dei pazienti in modo da accelerare la sperimentazione futura. Proprio la lezione recente di Ambit ha chiarito il fatto che anche in presenza di dati convincenti le possibilità di richiedere un’approvazione accelerata senza fase 3 sono praticamente inesistenti, ma la strada tracciata finora promette bene, valida la tesi che pacritinib possa essere utile e servirà come bagaglio di informazioni per le scelte da intraprendere in futuro. Scelte che, come penso sia logico, saranno prese da Baxter. Anche in questo caso, assumo valutazione pari a zero, tuttavia non è possibile ignorare il fatto che la già citata Ambit capitalizzi 200M$ quasi grazie al solo Quizartinib (l’FLT3 inibitore in questione) e che la compagnia abbia perso la partnership con Astellas nonostante i dati positivi. Tutti questi aspetti mi fanno pensare che a fronte di dati positivi ed in considerazione dell’interesse di Baxter per il prodotto di cui vi sto parlando, le ricadute per Cell Therapeutics potrebbero essere estremamente positive, soprattutto se la sperimentazione verrà incanalata verso le prime fasi di trattamento della malattia.

Quanto vale Tosedostat? Difficile fare una stima in questo caso. Il farmaco vede i propri diritti suddivisi fra Vernalis, Chroma e Cell Therapeutics ed ha subito una sospensione alla sperimentazione da parte di FDA che ha provveduto a rimuoverla pochi giorni fa. Tosedostat finora paga una pianificazione poco curata, a dispetto di dati interessanti ricavati dalla fase 2 OPAL che ha messo in evidenza un numero soddisfacente di risposte e, cosa più importante, con una buona durata delle stesse. Ricavare un valore dai dati in nostro possesso non è semplice, ma sempre rimanendo in un ambito fortemente conservativo credo che 0,5$ possano essere un valore coerente con lo sviluppo in un segmento a forte necessità di nuove opzioni terapeutiche come quello legato alla leucemia mieloide acuta (AML) in soggetti anziani a nuova diagnosi e alle sindromi mielodisplastiche (MDS). E’ possibile che l’ingresso di Pacritinib nel Roster di Cell Therapeutics abbia frenato gli entusiasmi riguardo Tosedostat? Se così fosse sarebbe un grosso errore.

Quanto vale il resto della pipeline? Qui il discorso è più variegato e meno ottimistico. Chi è abituato a leggere le mie opinioni sa che non nutro alcuna stima per quanto riguarda sia Opaxio sia Brostallicina. Ascrivo valore zero a tutti e due i composti, sebbene nel caso di Opaxio sarebbe meglio impiegare un valore negativo. La fase 3 nel trattamento di mantenimento del carcinoma ovarico è, nei piani della compagnia ed in una stima che ritengo oltremodo ottimista, in via di conclusione: la mia tesi è che fallirà, liberando Cell Therapeutics da un peso morto, il che si tradurrà in un beneficio per l’azienda e l’azionariato.

Pixuvri, il tanto discusso Pixantrone, dopo l’approvazione in Europa, ha avuto un lancio che non può essere definito convincente. Il processo di penetrazione nel mercato è complicato dalla natura degli apparati statali e di certo ci sono due aspetti che non aiutano, anzi, a mio modo di vedere pregiudicano l’adozione pratica del farmaco. Lo dico da molto tempo, quindi immagino non sarà una novità per molti di voi, l’approvazione come agente singolo in un ambito dove si predilige l’uso di terapie di combinazione e soprattutto l’approvazione ad un dosaggio inferiore a quello usato in fase di sperimentazione rendono la diffusione di Pixuvri problematica. Ma per quanto i numeri siano piccoli, sono sempre positivi e contribuiscono in minima parte alla gestione della compagnia. Non assegno nessun valore a Pixuvri, ma ritengo che l’aver recuperato i diritti possa essere visto dal mercato in modo positivo. Sua chiaro, la sostanza è che Novartis non aveva nessun interesse nei due farmaci, ma l’idea che James Bianco possa trovare un nuovo partner (magari senza andare troppo lontano) non può essere accantonata. Il motivo? Quanti avrebbero scommesso che ci sarebbe riuscito con Pacritinib?

A conti fatti Cell Therapeutics oggi potrebbe valere 3,5$ mantenendo una stima molto prudente e contando cassa e milestones, ma il potenziale di Pacritinib (nelle mani giuste) è molto più elevato. Incyte ad agosto capitalizzava meno di 5 miliardi di dollari mentre oggi sta a 10 miliardi. La differenza non è unicamente riferibile al potenziale di jakafi nel trattamento dei tumori solidi, ma anche se il contributo fosse limitato ad un 10% sarebbe di 500 milioni in termini di capitalizzazione. Cell Therapeutics oggi capitalizza proprio 500 milioni e spiccioli, un simile impatto la condurrebbe a quotare io doppio rispetto alle cifre attuali.

Ho già detto più volte che si parla di potenziale, lo ripeto ancora una volta. Se la quotazione ad oggi vi pare alta, considerate che quando pixantrone fu approvato in Europa la quotazione era di circa 7$ (split adjusted). Oggi sta a 3,6$, la metà rispetto ad allora, con un evento binario in vista. La quotazione attuale vi sembra ancora troppo elevata? Non vi fidate di James Bianco? Comprensibile. Ma certe quotazioni, come scriveva il Re del Maine, a volte ritornano.