Array ha comunicato di recente, nel corso della conferenza per illustrare i dati della trimestrale, di voler tagliare il personale. Non è stata l’unica notizia che ha fatto storcere il naso a più di un investitore, a giudicare dalle mail che ho ricevuto, ma è stata ìquella a cui ho fatto più fatica a trovare una spiegazione. L’altro evento che ha suscitato preoccupazione è stata la comunicazione del cessato rapporto di collaborazione fra Array e Amgen riguardo i programma inerente gli attivatori della glucochinasi, compreso il farmaco in fase più avanzata, ARRY 403.

Molti sopracciglia alzati dopo aver appreso che Array dovrà fare a meno di un accordo che era senza dubbio estremamente vantaggioso, sia in termini di milestones che di royalties future. Anche qui, molti mi hanno chiesto se ci fosse da preoccuparsi. Premettendo che ogni nuovo accordo è un bene, ed ogni stipula che viene stracciata bene di sicuro non è, quello con Amgen per ARRY 403 era un progetto su un binario morto da tempo (anticipo i tempi, Array si occupa anche di Epatite C… stesso binario).

Array deve, a mio modesto avviso, seguire la strada che finora le sta fruttando di più, non in termini monetari, ma di sviluppo. La strada è quella di rimanere in pianta stabile ancorata al settore oncologico, attraverso i MEK inibitori in licenza a Novartis e AstraZeneca ed attraverso ARRY 520 e 614, dei quali posseggono interamente i diritti.

 

Array ha da poco iniziato la propria fase 3 di MEK 162 in pazienti con carcinoma ovarico e Novartis ha iniziato il proprio in soggetti con melanoma e mutazione NRAS.

AstraZeneca ha dato il via alla fase 3 di Selumetinib in pazienti con cancro alla tiroide in prima linea di trattamento e di recente ha ipotizzato un potenziale mercato per il farmaco stimabile in un miliardo di dollari, sommando le varie indicazioni nelle quali potrebbe essere impiegato (le più ovvie sembrerebbero essere il melnoma uveale ed il tumore al polmone KRAS+). Array per Selumetinib riceverà royalties in doppia cifra, il che significa mantenersi in una condizione di sostenibilità economica, qualora tutto funzionasse a dovere.

A maggior ragione, mi vien da scrivere, dopo un taglio della forza lavoro del 20%, anche se il collegamento è forzato.

 

Array si sta trasformando, questo è evidente ed è sotto gli occhi di tutti.

 

Prima chiave di volta sarà legata ad ARRY 520, il farmaco che più mi incuriosisce. Array sembra voler fare richiesta presso FDA per ottenere la Breakthrough Therapy riguardo il KSP inibitore, elemento che potrebbe portare ad una svolta radicale nello sviluppo del farmaco, qualora venisse concessa tale designazione.

Quello legato al mieloma multiplo è (purtroppo pe chi si ammala) un mercato in fermento. L’accordo Morphosys/Celgene di recente stesura e l’offerta di Amgen per Onyx danno la misura del fermento in corso. Array ha poi il vantaggio di un meccanismo d’azione completamente nuovo dalla sua, di un profilo di sicurezza accettabile che di conseguenza offre la possibilità di essere impiegato in combo con altri farmaci. Array starebbe considerando tre trials con endpoint primario il tasso di risposta che porterebbero (con dati positivi) ad approvazioni accelerate del farmaco in monoterapia, con desametasone a basso dosaggio e con Kyprolis o Velcade.

 

ARRY 520 sarà presumibilmente uno dei farmaci più interessanti da seguire ad ASH13 e le recenti vicende (Amgen e taglio del personale) sono solo aspetti marginali. Anche un farmaco come ARRY 380 potrebbe rivelarsi una sorpresa piuttosto positiva, ma per essere un articolo estivo ho già scritto troppo, ne parliamo un’altra volta. Prossimo articolo su Infinity, per discutere della trimestrale e delle recenti indicazioni circa lo sviluppo di IPI 145.