Scrivere di Agenus (AGEN) è come andare dal dentista, o dal medico, non lo fai finché non sei costretto dagli eventi. Ma, giusto per rimanere in tema di luoghi comuni, non tutto il male viene per nuocere, nel cercare di aggiornarmi sulla compagnia ho trovato diverse informazioni interessanti. Verrebbe quasi voglia di fare due articoli, uno su Agenus ed uno sullo stato di sviluppo dei nuovi agenti immuno/oncologici, visto che ultimamente fioccano come nespole notizie che riguardano piccole aziende acquisite proprio grazie ai loro meriti in tale ambito. L’articolo di oggi infatti gravita attorno a due di queste, diverse fra di loro per moltissimi aspetti, simili per il destino che hanno avuto recentemente.

Iniziamo col dire che 4-Antibody non è una ditta di sconosciuti. Prima di venire acquisita da Agenus, la compagnia con sede a Basilea è stata capace di trovare accordi con 3 illustri firme del biotech quali Boehringer Ingelheim, GSK (via Human Genome Sciences) ed Evotec.

Agenus e Novartis sono accomunate dal fatto di aver messo mano al portafoglio per acquisire due compagnie private dedite alo sviluppo di anticorpi con target decisamente interessanti, si tratta di 4-Antibody e CoStim, rispettivamente. Se il connubio Novartis e CoStim non vi giunge nuovo, probabilmente ricorderete un articolo che ho scritto non moltissimo tempo fa nel quale ipotizzavo proprio questo scenario, facendo due nomi di possibili target, uno di questi era CoStim. Svizzeri che acquistano tecnologia americana. Ma accade anche il contrario.

Agenus va ad investire nella piccola 4-Antibody in quel di Basilea (hanno anche una sede in Germania), quindi stessa direzione di Novartis, ma verso opposto. A mio modestissimo avviso, pochi hanno capito la portata di questo acquisto. Non mi sogno di paragonare Novartis ed Agenus, come non ha senso paragonare CoStim a 4-Antibody, ma se si inquadra la faccenda nella giusta prospettiva, sono certo che sarete d’accordo con me nel ritenere la mossa di Agenus decisamente sensata.

Iniziamo dalla notizia di Novartis:

 

(Reuters) – Novartis said it will buy U.S.-based CoStim Pharmaceuticals Inc., a privately held biotechnology company focused on harnessing the immune system to eliminate immune-blocking signals from cancer, for an undisclosed price.

The Swiss drugmaker said the move follows increasing evidence pointing to the role of the immune system in controlling cancer.

Come già ho avuto modo di dire, Novartis aveva bisogno di un piano B che potesse fungere da stampella o da via di fuga, nel caso la piattaforma in grado di modificare geneticamente le cellule T in modo che attacchino le cellule cancerogene non fosse in grado di mantenere le alte aspettative che sta generando. In poche parole, se la CART fosse più fumo che arrosto. Il primo passo Novartis lo ha compiuto acquistando CoStim per una cifra che non è stata resa pubblica. Era nell’aria.

Questa è la direzione.

Novartis rimane lontana da Bristol-Meyers Squibb, da Roche, da Merck, ma potrebbe aver colmato un vuoto con questa mossa, portando a casa almeno 4 anticorpi che entreranno a far parte delle sperimentazioni cliniche già a partire da quest’anno. Non è chiaro quali siano i bersagli di queste molecole, ma pare lecito supporre che abbiano almeno un anti-PD1 o PDL1, un anti-LAG ed un anti-TIM3. Bersagli che sono considerati estremamente promettenti in ambito immuno/oncologico. Come può facilemente suggerire il nome della compagnia, è estremamente probabile che buona parte della pipeline pre-clinica verta proprio su bersagli co-stimolatori del sistema immunitario, tra i quali B7-1 (CD80) e B7-2 (CD86).

Ora, se tralasciamo il divario fra Nivolumab, giusto per fare un esempio, e l’eventuale anti-PD1 di Novartis, oppure fra Yervoy ed un possibile anti-CTLA4 targato CoStim, per gli altri bersagli il distacco non è abissale. Ammettendo che nel 2014 entri in sperimentazione l’anti-LAG3, sarebbe solo poco più di un anno dietro a BMS-986016, pochi mesi se si pensa ad una possibile combo con l’anti-PD1. Non male.

Quanto potrebbe valere questo acquisto, o meglio, quanto potrebbe aver sborsato Novartis? Difficile immaginare una cifra inferiore ai 500 milioni di dollari.

Tanto? Poco? Difficile dirlo a questo punto. Tanto per citre altre cifre, mentre Novartis partiva dalla piattaforma CART per arrivare alla nuova generazione di anticorpi, Servier pagava 10 milioni di dollari sull’unghia (altri 140 potrebbero arrivare dopo aver raggiunto determinati obiettivi) per la CART di Cellectis sulla base di dati ricavati unicamente su modelli murini. 10 milioni. Significa che l’accordo costa poco perché vale poco? Impossibile dirlo ora, quello che è certo è che Servier ha messo un piede (spendendo poco) in un ambito di notevole interesse. A Novartis mancava qualcosa, doveva recuperare il gap, ha pagato per farlo.

Agenus aveva un gap (per moltissimi versi lo ha ancora), ha pagato poco per colmarlo. Vediamo la notizia:

The acquisition includes the Retrocyte Display® technology platform which enables rapid discovery and optimization of fully human antibodies against a wide array of molecular targets. For the past three years, 4-Antibody has been applying Retrocyte Display to create therapeutic antibodies to six key checkpoint targets that regulate immune response to cancers and other diseases. The company has multiple preclinical immune CPM programs in development.
In this transaction, Agenus acquired all outstanding stock of 4-Antibody for approximately 3.3 million shares of Agenus common stock, plus additional contingent payments, payable in cash or Agenus common stock, that may exceed $40 million based on the combined company achieving certain milestones. Agenus intends to continue 4-Antibody’s operations in Basel, Switzerland and Jena, Germany, and to retain the 4-Antibody management team as part of the combined company.

In questo caso si parla di 40 milioni di dollari e di contanti se ne vedono pochi ma, anche qui, sarebbe sbagliato trarre conclusioni troppo affrettate. Iniziamo col dire che 4-Antibody non è una ditta di sconosciuti. Prima di venire acquisita da Agenus, la compagnia con sede a Basilea è stata capace di trovare accordi con 3 illustri firme del biotech quali Boehringer Ingelheim, GSK (via Human Genome Sciences) ed Evotec.

4-Antibody attualmente si sta concentrando su anticorpi con bersagli decisamente interessanti, due dei quali sono noti: GITR e OX40. Guardate l’immagine qui sotto:

 

AGENUS AGEN 4 antibody target

Quelli cerchiati sono i target conosciuti della nuova acquisizione di Agenus, gli altri sono i target di alcune fra le più promettenti terapie in circolazione. Quache esempio? L’antigene CD27 è quello di Celldex (CLDX) e del suo CDX 1127, il CD137 è quello di BMS e di urelumab. LAG3? Sempre BMS, come ovviamente sono loro nivolumab e Yervoy. Ecco, questo è lo scenario nel quale si muove Agenus dopo l’acquisizione della piccola biotech svizzera.

C’è altro, a dire il vero. Se nel caso degli anticorpi anti-GITR la concorrenza non mi pare feroce al momento (Pfizer dovrebbe riportare i primi dati quest’anno), nel caso degli OX40 agonisti il panorama è più variegato. In testa, al momento, si trova AstraZeneca, attraverso il proprio braccio a trazione immuno/oncologica MedImmune che ha acquisito tempo fa i diritti della piattaforma di AgonOx.  A mio modo di vedere, su questo piano si misura la sfida. AstraZeneca sta attualmente testando una versione dell’anticorpo di derivazione murina mentre lavora ad una versione umanizzata. La combo con tremelimumab (l’anti-CTLA4) è al momento al palo, data la mancanza di rifornimento del farmaco da parte del Ludwig Institute for Cancer Research, partner di AsraZeneca per l’OX40 agonista. La quantità di anticorpo necessaria per intraprendere lo studio si renderà disponibile in questi mesi ed ogni giorno che passa rende il divario con gli inseguitori meno aspro da colmare.

Chi sono gli inseguitori? C’è il partner più importante di Agenus, GSK, che ha preso in licenza il programma OX40 dall’MD Anderson Cancer Center per circa 300 milioni di dollari.

Poi c’è proprio Agenus. Solo che Agenus partirà con anticorpi completamente umani od umanizzati sia per quanto riguarda l’agonista di OX40 che per quanto riguarda il secondo bersaglio, ossia GITR. Questo è un aspetto che non va assolutamente sottovalutato. Se AstraZeneca probabilmente non da priorità al progetto, ma si limita ad accumulare esperienza che di certo le tornerà utile in futuro, Agenus di certo metterà al centro della propria attività quello che è il patrimonio di 4-Antibody.

Io la vedo così, esiste una vecchia Agenus (quella dei vaccini) ed una nuova (degli anticorpi) che ha da poco battuto cassa ed ha una nuova tecnologia a dir poco promettente:

AGEN AGENUS grafico con eventi

Dal calderone di 4-Antibody inizieranno a fuoriuscire farmaci da impiegare in studi clinici a partire dal 2015, quindi non si parla di un impatto diretto nel breve periodo. Potrebbero esserci conseguenze in un futuro molto più immediato tuttavia, ed il motivo è alquanto paradossale se volete, nell’era delle comunicazioni e del villaggio globale: qualcuno si è accorto che dall’altra parte del ponte ci sono occasioni che vanno sfruttate. Ieri più di una persona se ne è accorta, ha preso coscienza del potenziale. Oggi giornata da seguire con estremo interesse, un segno verde al termine delle contrattazioni sarebbe decisamente di buon auspicio.